Filippine: l'impegno della Chiesa per la liberazione dei tre ostaggi della Croce Rossa
Cercare ogni strada possibile per mediare nel rapporto con il gruppo che ha rapito
i tre operatori della Croce Rossa, sequestrati a gennaio; digiunare e pregare, in
questo tempo di Quaresima, per implorare da Dio la grazia della loro salvezza. Lungo
questi due binari - riferisce l'agenzia Fides - si sta muovendo la comunità cattolica
nelle Filippine del Sud per scongiurare la morte dell’italiano Eugenio Vagni, dello
svizzero Andreas Notter e della filippina Mary Jean Lacaba, rapiti da un commando
del gruppo ribelle “Abu Sayyaf”, che nei giorni scorsi ha minacciato pubblicamente
di uccidere gli ostaggi. I terroristi hanno infatti chiesto il ritiro delle truppe
di Manila dalle roccaforti della guerriglia, le isolette prospicienti la grande isola
di Mindanao, nelle Filippine del Sud. La comunità cattolica locale, che tradizionalmente
ha instaurato buoni rapporti con le comunità musulmane, si sta interessando per cercare
di stabilire un contatto e una mediazione con i gruppi ribelli per negoziare il rilascio
degli ostaggi. Si sottolinea il fatto che la Croce Rossa, come numerose altre Ong,
è presente nelle Filippine del Sud – attualmente teatro del conflitto fra le truppe
di Manila e i gruppi ribelli di matrice islamica – per portare aiuti umanitari, assistenza
medica e soccorrere la popolazione bisognosa, senza alcuna discriminazione di etnia
o religione. In special modo la Croce Rossa è molto impegnata nelle zone di guerra
e di guerriglia, quelle più a rischio, ma i suoi operatori, consci della propria missione,
non hanno mai rifiutato incarichi in contesti pericolosi. In questa delicata situazione
ha risuonato in tutto il paese l’accorato appello diffuso sulle onde di “Radio Veritas”
da mons. Leopoldo Tumulak, Ordinario militare, che ha invitato tutti i fedeli a digiunare
e pregare per chiedere a Dio la salvezza degli ostaggi. (R.P.)