2009-03-25 15:20:45

India: i poveri e gli emarginati al centro dei servizi sanitari cattolici


Sono 5.525 le strutture sanitarie cattoliche in India e tutte hanno come priorità la cura dei poveri e degli emarginati dalla società: è quanto ha detto, nei giorni scorsi, l’arcivescovo di Ranchi, il card. Telesphore Toppo. Il porporato ha, infatti, aperto i lavori dell’assemblea coordinata dalla Associazione per l’educazione sanitaria della Conferenza episcopale cattolica indiana (CBCI). L’organismo, di cui fanno parte circa 50 esperti del settore sanitario, ha il compito di esaminare la proposta di costruire un nuovo ospedale, con annesso college di medicina, nella città di Ranchi. Una proposta “storica”, ha ribadito il card. Toppo, avanzata per raggiungere “i malati poveri ed emarginati che vivono nel nord dell’India”. “La Chiesa cattolica – ha continuato il porporato – è la principale struttura che fornisce cure mediche nel settore privato, ed è seconda solo al governo nella promozione della salute e nella distribuzione delle cure”. In fondo, ha sottolineato l’arcivescovo di Ranchi, “la Chiesa segue l’esempio e la missione di Gesù, che faceva del bene ed ha ispirato i suoi discepoli dicendo loro di ‘Andate, insegnate e guarite’’. “Anche se l’assistenza sanitaria è garantita dallo Stato – ha detto il dott. Aggarwal, direttore del Rajendra Institute of Medical Sciences (RIMS) di Ranchi – in una regione come Jharkhand è una vera sfida rendere accessibili le cure mediche ad una popolazione che, per il 54%, vive al di sotto della soglia di povertà. C’è, inoltre, una grave carenza di personale medico ed infermieristico. La Chiesa, quindi, può cambiare definitivamente le cose in senso positivo, per risolvere la disastrosa situazione sanitaria della popolazione locale”. “Ci sono molte aspettative e molto entusiasmo intorno a questo progetto, di cui si sentiva davvero la necessità – ha aggiunto padre Alex Vadakumthala, direttore dell’Associazione per l’educazione sanitaria della CBCI - Una simile impresa umanitaria porterà benefici a milioni di poveri, soprattutto nelle zone tribali”. (I.P.)







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