Filippine: i miliziani islamici minacciano di decapitare i tre ostaggi della Croce
Rossa
Si fa sempre più tesa la situazione nelle Filippine, dove un commando di terroristi
islamici del gruppo Abu Sayyaf ha minacciato di uccidere i tre dipendenti della Croce
Rossa rapiti a metà gennaio. Tra le richieste avanzate dai terroristi quella di un
ritiro delle truppe di Manila dalle roccaforti della guerriglia, nel sud del Paese.
I tre rapiti – lo ricordiamo - sono l’italiano Eugenio Vagni, lo svizzero Andreas
Notter e la filippina Mary Jean Lacaba. Sulla situazione nel Paese asiatico, Stefano
Leszczynski ha intervistato padre Sebastiano D’Ambra, missionario del Pime
da molti anni nelle Filippine:
R. – Qui
ci interroghiamo sul perché succeda tutto questo. Ci ha lasciato perplessi, perché
la Croce Rossa è qui per portare aiuto. La situazione, direi, è complicata: non si
tratta direttamente di un discorso religioso, anche se ci sono dei segnali preoccupanti.
In questo periodo ci sono stati diversi sequestri, e guarda caso, quando prendono,
per esempio, degli insegnanti tra cui ci sono dei cristiani e dei musulmani, alla
fine i musulmani vengono liberati e i cristiani no.
D.
– Lei si occupa proprio di dialogo tra musulmani e cristiani. Che spazi ha questo
dialogo e come procede?
R. – Il dialogo, qui nelle
Filippine, a Zamboanga e in generale, a Mindanao, direi che va avanti con diverse
difficoltà. Dobbiamo capire il contesto di un conflitto. Quindi, direi che ci sono
degli aspetti positivi, di diverse forze di dialogo, di pace, però nel contesto ci
sono anche degli sforzi che definirei preoccupanti, perché nelle Filippine – in particolare
a Mindanao – stanno entrando dei gruppi che hanno un aspetto un po’ più radicale.
D.
– Com’è la condizione di vita sociale ed economica nelle Filippine?
R.
– La situazione è piuttosto grave, logicamente. La gente soffre molto. Il governo
cerca di dare degli aiuti, ci sono diversi programmi di assistenza. La paura è che
alcuni di questi aiuti siano legati alle prossime elezioni politiche, per cui non
sappiamo fino a che punto siano genuini.
D. – Quindi
l’aiuto in che modo si sviluppa?
R. – Fondamentalmente,
la Croce Rossa è impegnata nelle zone di guerra o guerriglia; poi hanno anche dei
progetti di cooperazione, però il loro particolare impegno è nelle zone più a rischio.
India È
di almeno 25 morti, fra cui otto militari, il bilancio provvisorio dei combattimenti
che impegnano da sei giorni l'esercito indiano nello Stato del Kashmir contro guerriglieri
del gruppo terrorista Lashkar-e-Toiba (LeT), responsabile anche degli attacchi a Mumbai.
Secondo fonti dell’esercito si tratta di circa 300-400 miliziani islamici infiltrati
dal confine pakistano. Gli scontri sarebbero ormai giunti al termine. Un portavoce
dei guerriglieri sostiene, invece, che “la battaglia è solo all’inizio, dal momento
che il gruppo è attivo con tutte le sue forze”.
Afghanistan Ennesima
giornata di violenze in Afghanistan. Nove civili sono morti e sette sono rimasti feriti
per l’esplosione di una bomba al passaggio del bus sul quale viaggiavano. L’attentato
è avvenuto nella provincia sudorientale di Khost, roccaforte dei miliziani talebani.
Intanto, sul fronte diplomatico, la Russia ha detto che non si opporrà ad un’eventuale
ricerca di un contatto tra l’attuale leadership afghana e i talebani moderati, a patto
che quest’ultimi depongano le armi e riconoscano la costituzione.
Turchia Una
persona ha perso la vita e due sono rimaste ferite nell’esplosione avvenuta in un
centro commerciale a Mardin, città a maggioranza curda nel sudest della Turchia. La
deflagrazione ha distrutto cinque negozi e ne ha danneggiati altri cinque. La polizia
non ha escluso l'ipotesi di un attentato. L’attacco giunge il giorno seguente la visita
del presidente turco Gul in Iraq, in cui è stato rinnovato l’impegno delle autorità
irachene contro gli indipendentisti curdi del PKK che hanno basi nel nord del Paese
del Golfo.
Israele "Negozierò con l'Autorità nazionale palestinese
per la pace", lo ha assicurato oggi il premier designato israeliano, Benyamin Netanyahu,
il giorno seguente la chiusura dell’accordo con il partito laburista per un governo
di unità nazionale. Faranno parte del nuovo esecutivo la destra moderata del Likud,
guidata da Nethanyau, i laburisti di Barak, l’estrema destra di Lieberman e alcuni
partiti religiosi. All’opposizione il partito Kadima dell’ex ministro degli Esteri,
Tzipi Livni, che ha liquidato l’accordo come "un’espressione di brutta politica".
Libano Il
tribunale speciale per il Libano all’Aja ha, da ieri, un nuovo presidente. Si tratta
dell’italiano Antonio Cassese, il quale ha già ricoperto cariche di rilievo internazionale
per la tutela dei diritti umani per i conflitti nei Balcani, per la guerra civile
in Ruanda e per l’emergenza Darfur. Il tribunale speciale sul Libano dell'Aja è stato
creato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 30 maggio 2007 per indagare
sull'omicidio dell'ex premier libanese Rafik Hariri, ucciso nel 2005 da un’autobomba
assieme ad altre 22 persone. Intanto, agenti della sicurezza libanesi hanno rinvenuto
nella notte materiale utilizzabile per compiere un attentato nei pressi dell'abitazione
dell'ex presidente libanese e leader cristiano del partito delle Falangi, Amin Gemayel,
a Bikfaya, località a nord-est di Beirut.
Italia: testamento biologico In
Italia, il Senato ha ripreso l’esame del disegno di legge riguardante il testamento
biologico. Questa mattina l’Aula ha bocciato con voto segreto gli emendamenti all’articolo
3 relativi alla nutrizione e idratazione artificiale. Il servizio di Giampiero
Guadagni:
Il
Senato ha dunque confermato il no alla possibilità che il soggetto possa esprimersi
nell’ambito delle dichiarazioni anticipate anche in merito ai trattamenti di nutrizione
e idratazione artificiale, chiedendone una sospensione se si dovesse trovare, in futuro,
in una condizione estrema di fine vita. E’ questa la materia in cui maggiori sono
le distanze tra Pdl e Pd; cancellate poi - sempre dall’articolo 3 - il riferimento
letterale all’accanimento terapeutico. Ieri, intanto, è stato approvato - sempre con
voto segreto - l’articolo 1, che fissa i principi generali, riconosce e tutela la
vita umana quale diritto inviolabile e indisponibile, garantito anche nella fase terminale
dell’esistenza, e prevede che gli atti medici non possano prescindere dal consenso
informato. Si afferma inoltre che la legge vieta, ai sensi del codice penale, ogni
forma di eutanasia e ogni forma di assistenza o di aiuto al suicidio. Approvato anche
l’articolo 2, che regola l’applicazione del principio del consenso informato dei pazienti.
Se i tempi saranno rispettati, il provvedimento avrà il via libera di Palazzo Madama
entro giovedì notte.
Italia: accordo sui Tremonti
Bond Il ministro dell’Economia dell’Italia, Giulio Tremonti, ha firmato il
protocollo d’intesa tra il Tesoro e l’Associazione Bancaria Italiana (Abi) per il
finanziamento alle imprese. Con i cosiddetti “Tremonti Bond” si riattiverà il credito
per oltre 150 miliardi di euro. La misura è stata accolta con grande soddisfazione
dal presidente dell'Abi Faissola, secondo il quale ora gli istituti di credito italiani
“non potranno esimersi dal fare credito”, visto la disponibilità di bond che mirano
a sostenere la liquidità delle banche.
Barroso su crisi e G20 La
crisi economica “sta creando indigenza e condizioni dure” e la disoccupazione “sta
crescendo e continuerà a crescere”. Sono queste le preoccupanti parole del presidente
della commissione Ue, Barroso, intervenuto durante il dibattito al Parlamento europeo
sugli esiti del vertice europeo della scorsa settimana. Barroso ha poi annunciato
che l'Unione Europea si presenterà al G20 di Londra con “un ordine del giorno di leadership”
e una unità di intenti, cosa non scontata fino a pochi giorni fa.
Egitto:
incontro Mubarak-al-Bashir Il presidente sudanese Omar al-Bashir, contro il
quale è stato spiccato un mandato di cattura dal Tribunale penale internazionale il
4 marzo scorso per i crimini in Darfur, è arrivato oggi al Cairo dove ha in programma
colloqui con il presidente egiziano Hosni Mubarak. La visita nella capitale egiziana
potrebbe avere l'obiettivo di una consultazione tra i due presidenti in vista del
prossimo vertice annuale arabo, in calendario il 30 marzo a Doha.
Madagascar L'ex
presidente del Madagascar, Marc Ravalomanana, ha esortato i suoi sostenitori a “salvare
la nazione” e ha definito un “golpe” il suo rovesciamento, avvenuto la scorsa settimana
per mano del leader dell’opposizione, Andry Rajoelina. Ravalomanana si trova attualmente
in Swaziland in vista di un vertice della Comunità per lo Sviluppo dell'Africa Australe,
un blocco regionale di 15 nazioni che nel suo summit, previsto per la prossima settimana,
discuterà di possibili sanzioni contro Rajoelina. (Panoramica internazionale
a cura di Marco Guerra) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 84 E'
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Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
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