2009-03-23 12:30:30

Il commento di padre Lombardi al viaggio del Papa in Africa


Sul viaggio del Papa in Camerun e Angola ascoltiamo il commento del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, intervistato da Davide Dionisi:RealAudioMP3

R. - L’accoglienza - per questo primo viaggio di Benedetto XVI in Africa - è stata ottima, è stata grande in ambedue i Paesi, e il Papa ne è stato molto contento e molto incoraggiato. Il Papa ha affrontato i grandi temi della realtà africana di oggi: i temi della riconciliazione, della pace, della ricostruzione, della costruzione di una vera democrazia, del rispetto dei diritti dell’uomo, delle vie per un vero sviluppo e progresso, della solidarietà internazionale, con rapporti anche commerciali, politici, che aiutino lo sviluppo, che siano ispirati all’equità, alla giustizia e alla onestà, che non alimentino poi interessi particolari o la corruzione.
 
D. – Che tipo di eredità lascia Benedetto XVI, che tipo di messaggio?
 
R. – Il Papa lascia un messaggio di grande speranza. Si è rivolto alle forze vive della Chiesa e alle forze da cui dipende anche il futuro della Chiesa e, direi anche, della popolazione africana più in generale. Sono stati significativi in questo senso gli incontri specifici ed i messaggi per la gioventù e per le donne. E l’incontro con le donne mi è sembrato qualcosa di ancora più specifico di questo viaggio di Benedetto XVI, da mettere quindi particolarmente in rilievo. E’ stata un’intuizione profonda e forte quella della valorizzazione della donna, nella società e nella Chiesa, riconoscendone il ruolo centrale per lo sviluppo del continente intero.
 
D. – Benedetto XVI ha spronato gli africani a prendere in mano il loro destino...
 
R. – Io riflettevo proprio in questi giorni sul fatto che la Chiesa ha una sua visione dello sviluppo umano e spirituale integrale, che è suo caratteristico, cioè è una visione dello sviluppo che si fonda su un grandissimo rispetto e su una grande fiducia nella persona umana, nella sua dignità, nelle sue possibilità, e punta proprio sulla valorizzazione della persona, di ogni singola persona, sulle sue responsabilità e sulle sue capacità. E, a partire da questo, poi, costruisce una società giusta, armonica, capace anche di valorizzare le risorse naturali che le sono date, le sue tradizioni, i suoi contributi culturali. Mi sembra un approccio molto diverso da quello che spesso viene proposto dai grandi poteri, politici o economici, esterni all’Africa, che spesso puntano o sulla limitazione delle nascite, anche con metodi non rispettosi della natura umana, o su grandi operazioni economiche e finanziarie, che poi mettono nelle mani dei governanti delle grandissime risorse, che poi si disperdono spesso in canali di corruzione.
 
D. – Un bilancio conclusivo di questa straordinaria esperienza...
 
R. – Mi pare che ci sia una soddisfazione reciproca. Come è stato molto caratteristico, anche negli anni precedenti, il Papa ha detto: “Io sono venuto per incoraggiarvi e darvi il mio sostegno per i vostri problemi, ma sono stato incoraggiato anch’io dal vostro amore, dal vostro entusiasmo, dalla vostra fiducia”. Credo che questo sia avvenuto effettivamente anche qui in Africa e il Papa ha lavorato, ha fatto il suo servizio, anche con il gran caldo, si è impegnato fino in fondo e mi sembra che abbia dato veramente il suo contributo e abbia avuto anche la gioia di vedere che questo è stato bene accolto e porterà certamente dei grandi frutti.







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