La comunità internazionale celebra la Giornata della sindrome di Down
Ieri la comunità internazionale ha celebrato la Giornata mondiale della sindrome di
Down. Le associazioni, a livello mondiale, sottolineano i grandi passi compiuti a
livello di integrazione sociale, delle persone con sindrome di Down. Quest’anno, ricorre
anche il 50.mo anniversario della scoperta del prof. Jérome Lejeune che ha individuato,
nelle persone con sindrome di Down, la presenza di un cromosoma in più nella coppia
definita “numero 21”. Motivo per cui, questa condizione genetica, è scientificamente
definita anche “trisomia 21”. Quest’anno, il Coordinamento delle associazioni Down,
dà una particolare attenzione al tema del lavoro: vediamo come, con Anna Contardi,
coordinatrice nazionale dell’Associazione italiana persone Down”:
R. – In
una situazione di crisi, come quella che conosciamo, il mercato del lavoro che è già,
diciamo, abbastanza inospitale nei confronti dei cittadini con una disabilità come
la sindrome di Down, lo diventa ancora di più perché poi, è più facile porre delle
scuse. Allora, il nostro tema è la promozione del diritto all’inserimento lavorativo
e le iniziative mettono al centro proprio questo tema dell’età adulta e della possibilità,
per le persone con sindrome di Down, di diventare cittadini a tutti gli effetti.
D.
– La persona con sindrome di Down non è ancora accettata totalmente dalla gente e
quindi dal mondo lavorativo?
R. – Più che altro,
ancora si pensa troppo spesso che, inserire nel mondo del lavoro una persona con la
sindrome di Down, sia una sorta di pegno da pagare, piuttosto che l’accoglienza di
un lavoratore. Noi sappiamo invece che, le persone con questa sindrome, se sono inserite
nel modo giusto, cioè con la scelta della posizione lavorativa adatta alla loro capacità
- ovviamente non parlo di tutte le persone con la sindrome di Down ma di quella percentuale
che effettivamente si può esprimere produttivamente sul mercato del lavoro - queste
persone possono essere effettivamente dei lavoratori. C’è stato un giorno, in occasione
di un incontro con un gruppo di lavoratori con sindrome di Down, che ho chiesto a
loro di aiutarmi a capire, dovendo fare una campagna di sensibilizzazione, qual era
la motivazione che potevo dare, ai datori di lavoro, per assumere una persona con
sindrome di Down, ed una di loro mi ha risposto semplicemente: “Devi dirgli che avranno
un lavoratore in più”.