2009-03-21 14:55:13

Per gli episcopati del continente le elezioni europee un'opportunità per costruire una casa migliore


“I principi fondamentali di ogni società sono la dignità umana e la promozione del bene comune”. A ricordarlo alle autorità e ai cittadini della Ue, i vescovi della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece). Ieri sera, infatti, a conclusione della plenaria di primavera (18-20 marzo), i presuli hanno diffuso da Bruxelles una Dichiarazione in vista delle elezioni comunitarie di giugno, intitolata “Costruire una migliore casa europea”. Diversi, informa il Sir, gli ambiti di impegno richiamati dalla Comece nel testo: dal dovere di sostenere la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna a quello di far progredire i diritti sociali dei lavoratori, anche intraprendendo “una governance economica fondata su valori etici”; dall’appello alla solidarietà verso i più poveri all’urgenza di proteggere il creato combattendo il cambiamento climatico e promuovere la pace nel mondo. La Chiesa cattolica, ha ricordato poi la Comece, “ha sostenuto fin dall’inizio il progetto di integrazione europea e continua a farlo”; pertanto “ogni cristiano ha non solo il diritto ma anche la responsabilità di impegnarsi attivamente in questo progetto” con il proprio voto. “Un’attenzione particolare ai Paesi più poveri” è stata invocata anche da mons. Adrianus van Luyn, riconfermato dall’Assemblea presidente della Comece, insieme a mons. Piotr Jarecki, vescovo ausiliare di Varsavia e mons. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, come vicepresidenti. Quest’ultimo, nella conferenza conclusiva della Plenaria, richiamando il tema principale della tre giorni (i conflitti in Medio Oriente e nell’Asia del Sud), ha ribadito la gravità della situazione in Iraq, invitando tutti i Paesi membri dell’Ue a un impegno più concreto nei confronti dei rifugiati e delle minoranze perseguitate. Ugualmente, ha proseguito mons. Marx, il mondo politico deve impegnarsi seriamente per “sostenere l’identità e i diritti spesso violati delle minoranze in India e in altre regioni dell’Asia”. (S.G.)







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