Oggi si celebra la Giornata mondiale contro le discriminazioni razziali
“Sono ancora troppe le comunità, le società che soffrono a causa del razzismo. Agendo
sulla dichiarazione universale dei diritti umani possiamo, dobbiamo sostenere tutti
coloro che subiscono discriminazioni razziali”. E’ questo l’appello lanciato dal segretario
generale dell’Onu Ban Ki-moon nel suo messaggio per l'odierna Giornata internazionale
contro la discriminazione razziale. Il servizio di Cecilia Seppia:
Il 21 marzo
del 1960, la polizia aprì il fuoco su 69 manifestanti scesi in piazza a Sharpeville,
in Sudafrica, per protestare pacificamente contro le leggi razziali dell’apartheid:
morirono tutti. Tra loro c’erano anche donne e bambini. Sei anni dopo, per non dimenticare,
l’Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamò la Giornata internazionale per l’eliminazione
della discriminazione razziale. "Da allora sono stati compiuti significativi progressi,
non ultimo lo smantellamento del regime dell’apartheid. Ma il razzismo continua a
colpire persone, comunità e società". Che responsabilità ha la politica nel diffondere
o implementare istanze xenofobe? Riccardo Noury, portavoce di
Amnesty International:
“Quello che è stato detto
da molti organismi internazionali è che c’è una responsabilità di un linguaggio della
politica spesso di natura discriminatoria, di una politica che appiccica delle etichette,
dello stigma spesso su interi gruppi di persone che già sono in condizioni di vulnerabilità
perché si tratta di cittadini stranieri, di migranti, di richiedenti asilo, di minoranze
etniche … Quando la politica parla un linguaggio anziché di prudenza, di pregiudizi,
di paure e le amplifica, anche, con una legislazione che è una legislazione di sicurezza,
per la popolazione – per parte della popolazione – è come avere la conferma che l’esasperazione
che cova dentro è giusto sfogarla con violenza e con atti xenofobi”.
Una
piaga, dunque, che continua ad affliggere il mondo, scrive il segretario generale
dell’Onu, Ban Ki-moon, nel messaggio inviato ai governi per questa giornata: “Il razzismo
esiste ovunque: per questo esorto tutti i Paesi a lavorare insieme per rafforzare
l’impegno comune nella lotta contro di esso”. Diventa dunque necessario promuovere
la cultura del dialogo, della fiducia, del confronto. Laura Boldrini,
portavoce dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati:
“Promuovere
la conoscenza reciproca, cioè noi non ci conosciamo, non conosciamo neanche i nostri
nuovi concittadini e quindi vogliamo in qualche modo aiutare tutti ad uscire dal pregiudizio
perché è ovvio che il pregiudizio e lo stereotipo determinano la paura e la paura
determina poi il razzismo”.
Il 2009 da poco iniziato
sarà di fatto l’anno del riesame delle azioni intraprese dalla Conferenza mondiale
contro il Razzismo del 2001.