2009-03-21 12:50:11

Incontro con le autorità politiche a Luanda. Il Papa: lotta a corruzione e discriminazione delle donne. L'aborto non è cura della salute materna


Gli africani siano protagonisti del proprio sviluppo nel rispetto della famiglia e della vita: è l’esortazione di Benedetto XVI alle autorità politiche e civili angolane e al corpo diplomatico incontrato ieri sera nel palazzo presidenziale di Luanda. L’evento, nel quale il Papa ha anche denunciato quanti considerano l’aborto una questione di salute riproduttiva, è avvenuto dopo la visita di cortesia del Pontefice al presidente della Repubblica dell’Angola, José Eduardo Dos Santos. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3
 
La dignità della donna, la promozione della famiglia e la difesa della vita siano il fondamento di un autentico sviluppo dell’Africa: si può sintetizzare così la sfida che Benedetto XVI ha lanciato alle autorità politiche e diplomatiche dell’Angola e di tutto il continente africano. Un intervento, quello pronunciato al Palazzo presidenziale di Luanda, improntato alla fiducia nelle possibilità dell’Africa di costruire un futuro di pace e progresso:

 
Angola sabe que chegou para a África o tempo da esperança...
“L’Angola – ha detto il Papa - sa che è arrivato per l’Africa il tempo della speranza”. Ogni comportamento umano retto, è stata la sua riflessione, “è speranza in azione. Le nostre azioni non sono mai indifferenti davanti a Dio; e non lo sono neanche per lo sviluppo della storia”. E ha esortato gli africani a trasformare questo Continente, liberandolo “dal flagello dell’avidità, della violenza e del disordine, guidandolo sul sentiero segnato dai principi indispensabili ad ogni moderna civile democrazia”. Il Papa ha numerato questi principi: “Il rispetto e la promozione dei diritti umani, un governo trasparente, una magistratura indipendente, una comunicazione sociale libera, un'onesta amministrazione pubblica, una rete di scuole e di ospedali funzionanti in modo adeguato, e la ferma determinazione, radicata nella conversione dei cuori, di stroncare una volta per tutte la corruzione”:

 
Meus amigos, vós sois obreiros e testemunhas duma Angola que se levanta...
“Amici miei – ha affermato - voi siete artefici e testimoni di un’Angola che si sta risollevando”. Dopo ventisette anni di guerra civile che ha devastato questo Paese, ha rilevato con gioia, “la pace ha cominciato a mettere radici, portando con sé i frutti della stabilità e della libertà”. Ha quindi lodato gli “sforzi palpabili” del governo e delle agenzie multilaterali, “decise a trascendere interessi particolari per operare nella prospettiva del bene comune”. Né ha mancato di elogiare quanti “servono con integrità e dedizione le loro comunità umane” e sono “impegnati in attività di volontariato al servizio dei più bisognosi”. Quindi, ha richiamato la necessità di un “approccio etico allo sviluppo” al centro del suo ultimo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace:

 
De facto, mais do que simples programas e protocolos...
“Infatti – ha avvertito il Santo Padre - più che semplici programmi e protocolli, le persone di questo continente stanno giustamente chiedendo una conversione profondamente convinta e durevole dei cuori alla fraternità”. Gli africani, ha detto ancora, chiedono alle agenzie internazionali di stare loro accanto in modo “veramente umano”. Ed ha ribadito che “gli stessi africani, lavorando insieme per il bene delle loro comunità, devono essere gli agenti primari del loro sviluppo”, esortando al contempo i Paesi industrializzati a dar seguito alla promessa di destinare lo 0,7% del loro Pil agli aiuti allo sviluppo. Un’assistenza “ancora più necessaria oggi - ha soggiunto - con la tempesta finanziaria mondiale in atto”. Ma su cosa deve dunque basarsi lo sviluppo africano? Il Papa indica nella famiglia il fondamento su cui costruire l’edificio sociale. La famiglia, ha detto, è proprio il “dono comune che l’Africa offre a quanti provengono da altri continenti”:

 
Entretanto, como todos sabem, também aqui se abatem numerosas...
“Eppure – ha costatato con amarezza - come tutti sappiamo, anche qui numerose pressioni si abbattono sulle famiglie: ansia e umiliazione causate dalla povertà, disoccupazione, malattia, esilio, per menzionarne solo alcune”. Particolarmente sconvolgente, ha denunciato Benedetto XVI, “è il giogo opprimente della discriminazione sulle donne e ragazze", senza parlare della inqualificabile "pratica della violenza e dello sfruttamento sessuale che causa loro tante umiliazioni e traumi”. Il Papa ha quindi riferito “un'ulteriore area di grave preoccupazione: le politiche di coloro che, col miraggio di far avanzare l’«edificio sociale», minacciano le sue stesse fondamenta”:

 
Que amarga é a ironia daqueles que promovem o aborto...
“Quanto amara – ha detto il Papa - è l'ironia di coloro che promuovono l'aborto tra le cure della salute "materna"! Quanto sconcertante la tesi di coloro secondo i quali la soppressione della vita sarebbe una questione di salute riproduttiva (cfr Protocollo di Maputo, art. 14)!” La Chiesa, ha proseguito, la troverete sempre “accanto ai più poveri di questo continente”, attraverso iniziative diocesane e innumerevoli opere educative, sanitarie e sociali:

 
Continuará a fazer tudo o possível para apoiar as famílias, nomeadament...
“Continuerà a fare tutto ciò che le è possibile per sostenere le famiglie – ha rassicurato – comprese quelle colpite dai tragici effetti dell'AIDS e per promuovere l’uguale dignità di donne e uomini sulla base di un'armoniosa complementarità”. Il cammino spirituale del cristiano, ha concluso Benedetto XVI, “è quello della quotidiana conversione; a questo la Chiesa invita tutti i leader dell’umanità, affinché essa possa seguire i sentieri della verità, dell'integrità, del rispetto e della solidarietà”.







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