Il Papa ai vescovi dell'Angola: cristiano adulto non è chi che segue le mode ma chi
vive radicato nell'amicizia con Cristo
Benedetto XVI, subito dopo l’incontro con le autorità politiche e civili, si è recato
nella cappella della nunziatura a Luanda dove ha incontrato i vescovi dell’Angola
e São Tomé. Ce ne parla Sergio Centofanti.
Il Papa
incoraggia i vescovi a proseguire il loro ministero episcopale nonostante le fatiche,
le tante limitazioni e difficoltà: sono le doglie del parto – ha detto – che si fanno
sentire “finché Cristo non sia completamente formato”. Anche qui si diffonde una cultura
relativista “che nulla riconosce come definitivo e anzi - sottolinea il Papa - tende
ad erigere a misura ultima l’io personale e i suoi capricci”. La Chiesa propone “un’altra
misura: il Figlio di Dio, che è anche vero uomo. È Lui la misura del vero umanesimo”:
“O
cristão de fé adulta e madura não é aquele que segue as ondas da moda...
Il cristiano di fede adulta e matura non è colui che segue le onde della moda e l’ultima
novità, ma colui che vive profondamente radicato nell’amicizia di Cristo. Questa amicizia
ci apre verso tutto ciò che è buono e ci offre il criterio per discernere tra errore
e verità”.
Per Benedetto XVI in questo contesto
è “certamente decisivo” il campo della cultura:
“a
voz dos católicos esteja sempre presente no debate cultural da nação... la
voce dei cattolici sia sempre presente nel dibattito culturale della Nazione, perché
si rafforzino le capacità di elaborare razionalmente, alla luce della fede, le tante
questioni che sorgono nei diversi ambiti della scienza e della vita”.
“La
cultura e i modelli di comportamento – ha proseguito - si trovano oggi sempre più
condizionati e caratterizzati dalle immagini proposte dai mezzi di comunicazione sociale”.
Per questo è lodevole ogni sforzo perché la comunità ecclesiale abbia una capacità
comunicativa “in grado di offrire a tutti un’interpretazione cristiana degli eventi”.
Tra gli impegni che il Papa propone è la difesa della famiglia, “oggi esposta a parecchie
difficoltà e minacce” , e la cui fragilità è resa ancor più acuta dalla “tendenza
diffusa nella società e nella cultura di contestare il carattere unico e la missione
propria della famiglia fondata sul matrimonio”.
“Na
vossa solicitude de Pastores... Nella vostra sollecitudine di Pastori
… continuate ad alzare la voce in difesa della sacralità della vita umana e del valore
dell’istituto matrimoniale e per la promozione del ruolo che ha la famiglia nella
Chiesa e nella società, chiedendo misure economiche e legislative che le rechino sostegno
nella generazione e nell’educazione dei figli”.
Quindi
il Papa ha espresso la propria gioia per la presenza in Angola “di tante comunità
vibranti di fede, con un laicato impegnato”, per le tante vocazioni al sacerdozio
e alla vita consacrata, “vero segno di speranza per il futuro”. E di fronte ad un
clero che “diventa sempre più autoctono” rende “omaggio al lavoro svolto pazientemente
ed eroicamente dai missionari per annunziare Cristo e il suo Vangelo” in queste terre.
Infine Benedetto XVI parla della formazione permanente dei sacerdoti, della loro testimonianza,
della fedeltà al loro stato, perché cerchino “di farsi santi per suscitare intorno
a sé nuovi santi”.