Lussemburgo: l'impegno della Chiesa dopo la legalizzazione dell'eutanasia
Il Lussemburgo ha ufficializzato martedì scorso la legalizzazione dell'eutanasia,
dopo una lunga battaglia legale che ha comportato per il Granduca Henri, monarca di
questo piccolo Stato europeo, una riduzione dei suoi poteri perché si è rifiutato
di firmarla. Il Lussemburgo è diventato così il terzo Stato europeo a depenalizzare
il suicidio assistito, dopo l'Olanda e il Belgio. Il testo finale della legge - riferisce
l'agenzia Zenit - era stato approvato dal Parlamento il 18 dicembre scorso, ma non
aveva potuto essere promulgato visto che il Granduca aveva rifiutato la ratifica perché
il testo era contrario alle sue convinzioni di cattolico. Per portare avanti la legge,
il Parlamento ha optato per una riforma della Costituzione e una limitazione dei poteri
del Granduca, che da questo momento non ha la capacità di sanzionare le leggi, ma
solo di promulgarle. Ciò è avvenuto nonostante la campagna europea di sostegno alla
“testimonianza di difesa della vita” del Granduca Henri, avviata nel dicembre scorso
da eurodeputati cattolici. Anche la Chiesa lussemburghese aveva lanciato una campagna
informativa contro l'eutanasia e a favore delle cure palliative, attraverso una raccolta
di firme sulla sua pagina web. Nell'ultimo messaggio alla Nazione sul tema, a dicembre,
mons. Bernard Franck, arcivescovo di Lussemburgo, aveva avvertito contro “la via intrapresa”
con l'eutanasia, chiedendo invece un miglioramento delle cure palliative. “Gli ultimi
mesi hanno rivelato che molti dei nostri contemporanei sono preoccupati per l'ultima
fase della loro vita – ha affermato in quell'occasione monsignor Franck –. Spesso
gli uomini e le donne chiedono l'eutanasia per non diventare un peso per le loro famiglie
in caso di malattia grave o di vecchiaia”. Ad ogni modo, ha avvertito, la depenalizzazione
dell'eutanasia “aumenterà la pressione sui malati gravi o dipendenti. Tutti questi
timori sono reali e dobbiamo prenderli sul serio, ma si possono evitare con una buona
informazione, la medicina palliativa e, in definitiva, la speranza cristiana”. L'Arcivescovo
di Lussemburgo ha impegnato i cattolici del Granducato in una campagna proprio in
favore delle cure palliative. (R.P.)