Numerosi sono i commenti alle parole del Papa sull’Aids, un problema - aveva detto
il Pontefice sul volo Roma-Yaoundé - che non si può “superare solo con i soldi” e
“con la distribuzione di preservativi". Ce ne parla Sergio Centofanti. Tante
le reazioni alle parole di Benedetto XVI. Reazioni negative ma anche di sostegno.
Esponenti governativi europei hanno sostenuto con forza la necessità della diffusione
dei profilattici per fermare l’Aids. D’altra parte medici, associazioni e missionari
che operano in prima linea sulle frontiere della sofferenza hanno fornito uno scenario
ben più complesso di quello propagandato dai più. I dati infatti – afferma Filippo
Ciantia, medico dell’Avsi nei Grandi Laghi, intervistato da Avvenire - dimostrano
che l’Aids è diminuito in quei Paesi dove si è puntato sull’educazione per modificare
i comportamenti sessuali puntando in particolare sulla fedeltà matrimoniale. Non
è invece diminuito dove si è puntato sull’effetto taumaturgico dei preservativi deresponsabilizzando
la gente sul fronte della casualità dei rapporti.
La
Sala Stampa vaticana ha precisato ieri che il Papa non ha fatto altro che ribadire
“le posizioni della Chiesa cattolica e le linee essenziali del suo impegno nel combattere
il terribile flagello dell’Aids: primo, con l’educazione alla responsabilità delle
persone nell’uso della sessualità e con il riaffermare il ruolo essenziale del matrimonio
e della famiglia; due: con la ricerca e l’applicazione delle cure efficaci dell’Aids
e nel metterle a disposizione del più ampio numero di malati attraverso molte iniziative
ed istituzioni sanitarie; tre: con l’assistenza umana e spirituale dei malati di Aids
come di tutti i sofferenti, che da sempre sono nel cuore della Chiesa. Queste - conclude
la nota - sono le direzioni in cui la Chiesa concentra il suo impegno non ritenendo
che puntare essenzialmente sulla più ampia diffusione di preservativi sia in realtà
la via migliore, più lungimirante ed efficace per contrastare il flagello dell’Aids
e tutelare la vita umana".
Sull’argomento è intervenuto
anche l’Osservatore Romano: in un editoriale in prima pagina, a firma del direttore
Giovanni Maria Vian, si sottolinea come il viaggio del Pontefice in Africa sia stato
ridotto dai media “a un solo aspetto - per di più stravolto in chiave polemica”.
Il
Papa nel suo intervento - lo ricordiamo – ha affermato tra l’altro che “la realtà
più efficiente, più presente, più forte nella lotta contro l’Aids” è “proprio la Chiesa
cattolica”: infatti circa il 30% di tutti i centri di cura del mondo per l’Aids sono
cattolici: e sono gratuiti.