Il Papa alle forze della Chiesa africana: nel vostro agire imitate San Giuseppe, modello
di paternità umile e fedele
A conclusione della seconda giornata in Camerun, Benedetto XVI aveva presieduto la
celebrazione dei Vespri nella Basilica di Maria Regina degli Apostoli di Yaoundé.
Vespri incentrati sulla figura di San Giuseppe, indicato dal Papa come esempio di
paternità fedele e umile dal quale sacerdoti, religiosi e laici possono trarre forza
per le rispettive vocazioni. Il servizio di Alessandro De Carolis:
(canto)
Un
servitore senza mediocrità, che abbia l’intelligenza del ministero e l’orgoglio dell’umiltà,
che fa essere un padre di anime senza la voglia di assoggettarle. Benedetto XVI ha
messo le forze della Chiesa africana, e non solo, davanti al modello in possesso di
tali qualità: San Giuseppe. L’affettuosa cordialità che ha accompagnato fin qui ogni
atto pubblico del Papa in Camerun si è sciolta ieri sera in raccoglimento - pure inteso
secondo la cultura locale – quando vescovi, clero, religiosi, suore e laici di associazioni
e movimenti hanno affollato la Basilica mariana di Yaoundé. Ventiquattro diocesi per
2.500 persone in rappresentanza, che Benedetto XVI - alternando come di consueto la
lingua francese a quella inglese - ha subito esortato alla paternità spirituale intesa
come Giuseppe intese il suo rapporto di custode e padre di Gesù: "Il
s’agit de ne pas être un serviteur médiocre..." “Si tratta di non
essere un servitore mediocre, ma di essere un servitore fedele e saggio. L’abbinamento
dei due aggettivi non è casuale: esso suggerisce che l’intelligenza senza la fedeltà
e la fedeltà senza la saggezza sono qualità insufficienti. L’una sprovvista dell’altra
non permette di assumere pienamente la responsabilità che Dio ci affida”. Questo
tipo di paternità, ha detto il Papa anzitutto ai vescovi e ai sacerdoti, “dovete viverla
nel vostro ministero quotidiano”: da amici di Cristo, “fedeli alla promesse”, sempre
attenti a non far emergere in “primo piano” la “figura del prete”, ha affermato, ma
quella del “servitore” che, in quanto tale, rimanda ad altro. E per rafforzare il
concetto, Benedetto XVI ha citato il grande filosofo cristiano del secondo secolo,
Origene: “Souvent un homme de moindre valeur..." "Spesso
un uomo di minor valore è posto al di sopra di gente migliore di lui e a volte succede
che l’inferiore ha più valore di colui che sembra comandargli. Quando chi ha ricevuto
una dignità comprende questo non si gonfierà di orgoglio a motivo del suo rango più
elevato, ma saprà che il suo inferiore può essere migliore di lui, così come Gesù
è stato sottomesso a Giuseppe”. Giuseppe, un esempio universale
per ogni vocazione cristiana. Anche i religiosi - la cui vita, ha ribadito il Papa,
“è imitazione radicale di Cristo” - o i laici impegnati, chiamati alla solidarietà
concreta verso i poveri, possono trovare nell’immagine di Giuseppe sposo, che accoglie
e rispetta il mistero di Maria, un grande insegnamento: "Saint
Joseph nous apprend..." “San Giuseppe ci insegna che si può amare
senza possedere. Contemplandolo, ogni uomo e ogni donna può, con la grazia di Dio,
essere portato alla guarigione delle sue ferite affettive a condizione di entrare
nel progetto che Dio ha già iniziato a realizzare negli esseri che stanno vicini a
Lui, così come Giuseppe è entrato nell’opera della redenzione attraverso la figura
di Maria e grazie a ciò che Dio aveva già fatto in lei”. Infine,
San Giuseppe come uomo obbediente alla Parola di Dio e dunque “segno eloquente per
tutti i discepoli di Gesù che aspirano all’unità della Chiesa”. Questo valore ha ispirato
il pensiero conclusivo di Benedetto XVI, dedicato ai membri di altre Confessioni cristiane,
presenti ai Vespri: “Cette recherche de l’unité des disciples
du Christ..." "Questa ricerca dell’unità dei discepoli di Cristo
è per noi una grande sfida. Essa ci porta anzitutto a convertirci alla persona di
Cristo, a lasciarci sempre più attirare da Lui. E’ in Lui che siamo chiamati a riconoscerci
fratelli, figli d’uno stesso Padre. In questo anno consacrato all’Apostolo Paolo,
il grande annunciatore di Gesù Cristo, l’Apostolo delle Nazioni, rivolgiamoci insieme
a lui per ascoltare e apprendere ‘la fede e la verità’ nelle quali sono radicate le
ragioni dell’unità tra i discepoli di Cristo”.