Mons. Redrado all'Onu: rilanciare la lotta alla droga, fenomeno sottaciuto
Un grave fenomeno quello della droga che viene sottaciuto. La denuncia di mons. José
Luis Redrado Marchite, segretario del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari,
capo della delegazione della Santa Sede nella Commissione delle Nazioni Unite contro
le droghe, riunita a Vienna fino al 20 marzo. Il servizio di Roberta Gisotti. La
Chiesa – ha sottolineato mons. Redrado Marchite – ribadisce la necessità di una politica
e strategia d’azione incentrate sulla salute, la dignità e la vita del tossicodipendente,
“che mettano in campo tutti i mezzi e le risorse disponibili per contrastare questo
grave fenomeno di cui, purtroppo, si parla meno ma che persiste provocando devastazioni,
disastri e vittime, specialmente tra i giovani, in proporzioni spaventose e inaccettabili”.
“Pensare di vivere in una società libera dalla droga – ha aggiunto il presule - esige
la forte volontà degli Stati di estirpare definitivamente questo fenomeno che alcuni
ritengono sia parte del nostro vivere quotidiano e del quale semplicemente si possano
limitare i danni”. Ma “l’attività capillare delle organizzazioni della Chiesa cattolica
che lavorano nel settore, ci dicono – ha rilevato il capo della delegazione vaticana
- che l’avere sostituto la droga con la droga ha aggravato anche di più la situazione
nel corso degli anni, rendendo cronica la dipendenza, e senza rispondere alla questione
del senso della vita” “che costituisce il centro del problema”. Per
questo la Chiesa sostiene gli sforzi della comunità internazionale nella lotta contro
la droga, nella repressione del crimine, nella cooperazione fra Stati, raccomandando
il ruolo imprescindibile della famiglia, “cellula educativa primaria”, e l’apporto
prezioso delle istituzioni e associazioni impegnate con i tossicodipendenti, ispirate
“ai nobili principi e valori dell’amore e della solidarietà”. Da
parte sua la Chiesa non cessa di offrire il suo contributo sia a livello di prevenzione
che nel recupero e nella riabilitazione dei tossicodipendenti. Oltre il 30 per cento
dei Centri sanitari cattolici nel mondo hanno programmi contro la droga, tesi anche
a sensibilizzare le comunità e combattere la discriminazione. Programmi che hanno
dato risultati particolari in Spagna, Francia, Irlanda e Portogallo, grazie a vaste
campagne informative e formative rivolte ai giovani.