2009-03-18 20:21:29

Il Papa ai vescovi del Camerun: urgente annunciare il Vangelo a tutti. Nel pomeriggio la celebrazione dei Vespri nella Basilica di Maria Regina degli Apostoli


Si è conclusa la seconda giornata del Papa in Africa, una giornata scandita dall’intenso abbraccio con la Chiesa locale. In mattinata, dopo la visita di cortesia al presidente del Cameroun, Paul Biya, Benedetto XVI ha incontrato i vescovi del Paese, ai quali domani, insieme con gli altri presuli africani, consegnerà l’Instrumentum Laboris, documento che ispirerà il II Sinodo per l’Africa, ad ottobre in Vaticano. Nel pomeriggio la celebrazione dei Vespri nella Basilica di Maria Regina degli Apostoli, patrona del Cameroun. Il servizio del nostro inviato a Yaoundé, Giancarlo La Vella: RealAudioMP3

 
 
Essere un servitore fedele e saggio a somiglianza di San Giuseppe, che non fu padre biologico di Gesù, ma tuttavia esercitò una paternità piena e intera. Quindi, genitore come servitore della vita e della crescita. Lo sposo di Maria ha dato prova di grande dedizione e per il figlio ha conosciuto la persecuzione, l’esilio e la povertà, con l’unica ricompensa di essere con Cristo. Al mondo della Chiesa, riunito in preghiera nella basilica, simbolo dell’evangelizzazione dei missionari in Cameroun, il Papa indica come modello proprio la paternità di Giuseppe:

 
"Dear brother priests...
“Cari fratelli sacerdoti, questa paternità voi dovete viverla nel vostro ministero quotidiano. I sacerdoti abbiano cura, come padri in Cristo – ha ribadito il Pontefice – dei fedeli che hanno spiritualmente generato col battesimo e l’insegnamento. Come allora non tornare continuamente alla radice del nostro sacerdozio, il Signore Gesù Cristo?

 
Ai vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi Benedetto XVI ha poi detto che solo vivendo un’amicizia profonda con Cristo si può trovare la libertà e la gioia del cuore. E il legame profondo con Cristo – ha sottolineato il Papa – ci è donato nell’Eucarestia. Essa deve essere il centro della vita sacerdotale e della missione ecclesiale: è il modo con cui Cristo ci chiama a Lui, affinché la sua Parola possa essere annunciata a tutti. Celebrando questo sacramento il sacerdote diventa un servitore, umile strumento di Cristo per la salvezza del mondo. Quando chi ha ricevuto una dignità comprende questo non si gonfierà di orgoglio a motivo del suo rango, ma saprà che il suo inferiore può essere migliore di lui, così come Gesù è stato sottomesso a Giuseppe. Il Santo Padre ha evidenziato come la consacrazione al Signore comporta anche difficoltà e rinunce, ma è anche sorgente di gioia, gioia che deriva dall’amore per i fratelli, nella maniera che ci insegna San Giuseppe: si può amare senza possedere. Possiate – ha augurato il Pontefice ai presenti – manifestare il volto amorevole di Dio alle persone più umili mediante le opere di misericordia, l’educazione umana e cristiana dei giovani, la promozione della donna; un apporto dunque fondamentale:

 
La contribution spirituelle...
“Il contributo spirituale portato dalle persone consacrate è anch’esso assai significativo ed indispensabile per la vita della Chiesa. In adesione alla vostra vocazione – ha detto ancora il Papa nella sua catechesi – imitando Cristo casto, povero ed obbediente, totalmente consacrato alla gloria del Padre suo e all’amore dei suoi fratelli e sorelle, voi avete per missione di testimoniare il primato di Dio e dei beni futuri. Con la vostra fedeltà senza riserve nei vostri impegni voi siete nella Chiesa un germe di vita che cresce al servizio del Regno di Dio. In ogni momento san Giuseppe vi ricorda il senso e il valore dei vostri impegni. La vita consacrata è una imitazione radicale di Cristo”.

 All’inizio della celebrazione il Papa ha ricevuto il saluto dell’arcivescovo di Yaoundé, mons. Bakot, di un sacerdote, di una religiosa e di un laico. Alla effige di Maria Regina degli Apostoli il Santo Padre ha donato un candelabro dorato. I concetti espressi in serata erano stati in parte anticipati in mattinata nell’incontro con i vescovi del Cameroun presso la Chiesa del Cristo Re in Tsinga, a Yaoundé, dove il Papa aveva esortato i presuli porre in primo piano l’annuncio del Vangelo. Questo il compito che la Chiesa ha ricevuto da Cristo, proprio perché sono ancora tante le persone che attendono un messaggio di amore e di speranza. Il vescovo deve essere vicino ai suoi sacerdoti, accogliere le nuove vocazioni, indicare la strada corretta ai giovani, alle famiglie per la salvaguardia dei valori che sono ala base dell’unione matrimoniale tra uomo e donna. Infine, il forte accento del Pontefice sulla povertà. Il vescovo – ha detto il Papa – è il principale difensore dei diritti dei poveri e deve favorire l’esercizio della carità. In questo modo la Chiesa diventa una vera famiglia fondata sull’amore fraterno e contribuisce alla riconciliazione e alla cooperazione fra le etnie per il bene di tutti.
 







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