Il Papa ai vescovi del Camerun: urgente annunciare il Vangelo a tutti. Nel pomeriggio
la celebrazione dei Vespri nella Basilica di Maria Regina degli Apostoli
Si è conclusa la seconda giornata del Papa in Africa, una giornata scandita dall’intenso
abbraccio con la Chiesa locale. In mattinata, dopo la visita di cortesia al presidente
del Cameroun, Paul Biya, Benedetto XVI ha incontrato i vescovi del Paese, ai quali
domani, insieme con gli altri presuli africani, consegnerà l’Instrumentum Laboris,
documento che ispirerà il II Sinodo per l’Africa, ad ottobre in Vaticano. Nel pomeriggio
la celebrazione dei Vespri nella Basilica di Maria Regina degli Apostoli, patrona
del Cameroun. Il servizio del nostro inviato a Yaoundé, Giancarlo La Vella: Essere
un servitore fedele e saggio a somiglianza di San Giuseppe, che non fu padre biologico
di Gesù, ma tuttavia esercitò una paternità piena e intera. Quindi, genitore come
servitore della vita e della crescita. Lo sposo di Maria ha dato prova di grande dedizione
e per il figlio ha conosciuto la persecuzione, l’esilio e la povertà, con l’unica
ricompensa di essere con Cristo. Al mondo della Chiesa, riunito in preghiera nella
basilica, simbolo dell’evangelizzazione dei missionari in Cameroun, il Papa indica
come modello proprio la paternità di Giuseppe: "Dear
brother priests... “Cari fratelli sacerdoti, questa paternità voi
dovete viverla nel vostro ministero quotidiano. I sacerdoti abbiano cura, come padri
in Cristo – ha ribadito il Pontefice – dei fedeli che hanno spiritualmente generato
col battesimo e l’insegnamento. Come allora non tornare continuamente alla radice
del nostro sacerdozio, il Signore Gesù Cristo? Ai
vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi Benedetto XVI ha poi detto che solo vivendo
un’amicizia profonda con Cristo si può trovare la libertà e la gioia del cuore. E
il legame profondo con Cristo – ha sottolineato il Papa – ci è donato nell’Eucarestia.
Essa deve essere il centro della vita sacerdotale e della missione ecclesiale: è il
modo con cui Cristo ci chiama a Lui, affinché la sua Parola possa essere annunciata
a tutti. Celebrando questo sacramento il sacerdote diventa un servitore, umile strumento
di Cristo per la salvezza del mondo. Quando chi ha ricevuto una dignità comprende
questo non si gonfierà di orgoglio a motivo del suo rango, ma saprà che il suo inferiore
può essere migliore di lui, così come Gesù è stato sottomesso a Giuseppe. Il Santo
Padre ha evidenziato come la consacrazione al Signore comporta anche difficoltà e
rinunce, ma è anche sorgente di gioia, gioia che deriva dall’amore per i fratelli,
nella maniera che ci insegna San Giuseppe: si può amare senza possedere. Possiate
– ha augurato il Pontefice ai presenti – manifestare il volto amorevole di Dio alle
persone più umili mediante le opere di misericordia, l’educazione umana e cristiana
dei giovani, la promozione della donna; un apporto dunque fondamentale: La
contribution spirituelle... “Il contributo spirituale portato dalle
persone consacrate è anch’esso assai significativo ed indispensabile per la vita della
Chiesa. In adesione alla vostra vocazione – ha detto ancora il Papa nella sua catechesi
– imitando Cristo casto, povero ed obbediente, totalmente consacrato alla gloria del
Padre suo e all’amore dei suoi fratelli e sorelle, voi avete per missione di testimoniare
il primato di Dio e dei beni futuri. Con la vostra fedeltà senza riserve nei vostri
impegni voi siete nella Chiesa un germe di vita che cresce al servizio del Regno di
Dio. In ogni momento san Giuseppe vi ricorda il senso e il valore dei vostri impegni.
La vita consacrata è una imitazione radicale di Cristo”. All’inizio
della celebrazione il Papa ha ricevuto il saluto dell’arcivescovo di Yaoundé, mons.
Bakot, di un sacerdote, di una religiosa e di un laico. Alla effige di Maria Regina
degli Apostoli il Santo Padre ha donato un candelabro dorato. I concetti espressi
in serata erano stati in parte anticipati in mattinata nell’incontro con i vescovi
del Cameroun presso la Chiesa del Cristo Re in Tsinga, a Yaoundé, dove il Papa aveva
esortato i presuli porre in primo piano l’annuncio del Vangelo. Questo il compito
che la Chiesa ha ricevuto da Cristo, proprio perché sono ancora tante le persone che
attendono un messaggio di amore e di speranza. Il vescovo deve essere vicino ai suoi
sacerdoti, accogliere le nuove vocazioni, indicare la strada corretta ai giovani,
alle famiglie per la salvaguardia dei valori che sono ala base dell’unione matrimoniale
tra uomo e donna. Infine, il forte accento del Pontefice sulla povertà. Il vescovo
– ha detto il Papa – è il principale difensore dei diritti dei poveri e deve favorire
l’esercizio della carità. In questo modo la Chiesa diventa una vera famiglia fondata
sull’amore fraterno e contribuisce alla riconciliazione e alla cooperazione fra le
etnie per il bene di tutti.