Convegno a Roma su don Santoro, ponte di dialogo con il Medio Oriente
Il profilo evangelico di don Andrea Santoro, il dialogo islamo-cristiano, la spiritualità
necessaria al dialogo di domani. Sono i temi portanti che orientano il convegno intitolato
“Don Andrea Santoro. Ponte di dialogo con il Medio Oriente e la Turchia”. Sul significato
di questo incontro, in programma a partire da oggi e fino a venerdì prossimo a Roma
nella sede della Pontificia Università Lateranense, si sofferma al microfono di Antonella
Palermo la sorella del sacerdote ucciso il 5 febbraio 2006 in Turchia, la professoressa
Maddalena Santoro:
R. – C è
sembrato che raccogliere veramente insieme la dimensione “accademica”, cioè la dimensione
anche di studio riguardo al dialogo, e la dimensione esistenziale, esperienziale di
chi tutti i giorni si sforza di vivere questo dialogo all’interno delle realtà dove
la popolazione islamica è nella maggioranza, ecco, mettere insieme queste cose ci
è sembrato molto importante. La riflessione certamente necessita a sua volta, però,
di un’esperienza e l’esperienza ha anche bisogno di chi rifletta su di essa per dare
delle indicazioni anche magari più precise, più puntuali.
D.
– Lei ha avuto difficoltà ad accettare, a perdonare per quanto è successo a don Andrea?
R.
– E’ stato un momento, come si può immaginare, molto forte, anche molto duro, sentire
la notizia. Nello stesso tempo, ho visto interiormente, dentro di me, don Andrea caduto
in terra e l’ho pensato in quel momento come chi si è rivolto a Maria. Quindi, credo
che questa visione – diciamo così – interiore che ho avuto di lui mi abbia facilitato
immediatamente, direi quasi, l’accesso al perdono. Perché Maria, sotto la Croce con
Gesù, ha perdonato! (Montaggio a cura di Maria Brigini)
Al convegno
partecipa, tra gli altri, il vescovo di Terni-Narni-Amelia mons. Vincenzo Paglia,
presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale
italiana. Il presule, che oggi pomeriggio incentrerà la propria relazione sul tema
“Don Andrea testimone di un amore senza confine”, sottolinea sempre al microfono di
Antonella Palermo la forza della testimonianza offerta dal sacerdote:
R. – L’eco
che ha avuto la morte martiriale di don Andrea sta a significare la forza di questa
testimonianza. Don Andrea, direi che è vissuto proprio per giungere a quest’ora; potremmo
dire, in questo senso la sua testimonianza dona un fascio di luce sull’intera sua
vita perché in qualche modo è stato preparato, guidato dal Signore lungo i suoi anni,
per giungere a morire con un amore senza confini in una terra crocevia di civiltà,
crocevia di religioni, una terra che ha dato all’Occidente la fede ma che oggi ha
bisogno di una testimonianza, appunto, come quella di don Andrea. E a dire che il
mondo di oggi, per uscire dalla crisi, ha bisogno di un amore gratuito e senza limiti,
come quello che don Andrea ha mostrato a tutti.