Colombia: sgomento per l'assassinio di due redentoristi
L'episcopato colombiano ha condannato duramente l'uccisione, lo scorso 16 marzo, di
due religiosi redentoristi, Gabriel Fernando Montoya Tamayo e Jesús Ariel Jiménez,
avvenuta nel comune di La Primavera nella regione di Vichada. I vescovi hanno chiesto
indagini approfondite per assicurare alla giustizia i responsabili di "crimini così
odiosi e gratuiti". Il presidente della Conferenza episcopale colombiana, mons. Rubén
Salazar Gómez, arcivescovo di Barranquilla, ha espresso"solidarietà e affetto al pro-vicario
apostolico, padre Francisco Antonio Ceballos Escobar, e ai familiari delle vittime
per la morte dei due missionari”.”Questi tragici fatti - ha osservato - commuovono
l'intera Chiesa cattolica nel Paese e anche le comunità alle quali questi religiosi
prestavano servizio". L'arcivescovo ha chiesto inoltre alle autorità del Paese che
siano indagati a fondo "i moventi" e individuati "i responsabili di questo fatto violento
e sacrilego che attenta contro gli aneliti di rincociliazione e pace della Chiesa".
I sacerdoti, Gabriel Fernando Montoya, 40 anni, e Jesús Ariel Jiménez, 45, sono stati
uccisi all'interno di un collegio per giovani la notte di martedì in una regione confinante
con il Venezuela. Secondo le prime versioni della polizia locale, sarebbero stati
uccisi da un uomo che ha sparato ai due sacerdoti alla testa. I due missionari da
molti anni si dedicavano alla formazione e all’educazione di giovani indigeni. Nella
regione dove si sono registrati questi fatti esiste una presenza molto forte delle
Forze armate rivoluzionarie della Colombia ma anche una fitta rete di bande di narcotrafficanti
e di gruppi paramilitari di destra che sfuggono ad ogni tipo di controllo. Le stesse
autorità hanno però assicurato che, allo stato attuale delle indagini, non sembra
che esista un rapporto fra questi gruppi e il crimine. I redentoristi sono arrivati
in questa zona della Colombia poco più di dieci anni fa. (A cura di Luis Badilla)