La Settimana di prevenzione per il tumore alla prostata, patologia in aumento tra
gli ultracinquantenni. Intervista con il prof. Mauro Dimitri
E’ iniziata giovedì scorso e terminerà il 19 marzo la Settimana dedicata alla Prevenzione
del tumore alla prostata, promossa dalla World Foundation of Urology. E’ una patologia
che colpisce gli uomini oltre i 50 anni di età e la Settimana mira a promuovere una
giusta alimentazione e una diagnosi precoce con una campagna di informazione. Al microfono
di Eliana Astorri, il prof. Mauro Dimitri, presidente della Fondazione:
R. - Siamo
passati, nel giro di circa quattro anni, da un Paese a media incidenza ad un Paese
ad alta incidenza, come in Nord Europa e come negli Stati Uniti, e questo soltanto
per un problema di alimentazione che è alla base dell’aumento sia di incidenza sia
di progressione e di aumento di mortalità per tumore della prostata. Perché nel mondo
c’è una crescita naturale, spontanea, su base genetica di crica il 20-25 per cento
di tumori della prostata: quello che cambia di Paese in Paese è, tra i fattori ambientali
quello più riconosciuto, l’alimentazione.
D. - Perché
l'alimentazione è così importante? Ci sono alcuni cibi che agevolano in modo particolare
l’insorgenza del tumore alla prostata?
R. - Sì. Abbiamo
visto sia su grandi statistiche, sia anche nelle differenze tra Paese e Paese, che
una dieta ricca di proteine, di grassi di origine animale è all’origine di questo
aumento dei tumori, non solo della prostata ma anche del colon e della mammella. Quindi
dobbiamo assolutamente rivolgerci ad una dieta più naturale, soprattutto poi in Italia,
che è una dieta più vicina a noi, a base di verdure, di legumi, di cereali di tipo
integrale. Alcuni di questi ortaggi, ad esempio i pomodori, sono ricchissimi di licopene
che è una sostanza che ha un effetto molto protettivo per il tumore della prostata.
Poi ci sono altre sostanze che possono essere introdotte nella dieta, quali ad esempio
l’aglio: 10 grammi di aglio al giorno, si è visto in Giappone, prevengono quasi del
50 per cento l’insorgenza del tumore della prostata, e il tè verde, alla dose di 600
mg al giorno, ha un effetto protettivo.
D. - Per
una diagnosi precoce, quali visite e quali esami?
R.
- Noi diciamo che dai 45 anni in poi, l’uomo dovrebbe eseguire ogni anno la visita
urologica ed eseguire ogni anno il testo del Psa, che è il dosaggio nel sangue di
una proteina specifica per la prostata che può concorrere ad indicare un sospetto
di tumore.