In omaggio a Chiara Lubich, ad un anno dalla sua morte, incontri e manifestazioni
nel mondo. Il ricordo del cardinale Dziwisz
Proseguono in numerose città del mondo celebrazioni liturgiche e manifestazioni in
ricordo di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, ad un anno, il 14
marzo 2008, dalla sua scomparsa. Molte le iniziative promosse da diverse Chiese cristiane,
non cattoliche e da comunità appartenenti ad altre religioni in dialogo con il Movimento.
Oggi pomeriggio ad Istanbul, Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli,
terrà un discorso commemoratrivo dopo i Vespri celebrati nella Chiesa della Panaghia
al Belgrad Kapi. Ieri, a Castelgandolfo, oltre 2000 persone hanno partecipato ad
un incontro intitolato: "Con Chiara, un dialogo che continua". Per noi c'era Adriana
Masotti.
E’ stato
un pomeriggio di commozione e di gioia profonde quello vissuto ieri al Centro Mariapoli
di Castelgandolfo. Voleva essere, e così è stato, la continuazione di un dialogo,
mai interrotto, con Chiara Lubich avvertita spiritualmente presentissima. “Chiara
mi ha rivoluzionato la vita”. “E’ una persona che ha portato l’amore in tutto il mondo”.
E ancora: “Chiara mi ha fatto capire la dimensione della fratellanza universale”.
Queste alcune espressioni che hanno introdotto una serie di testimonianze, video,
interviste, che hanno fatto rivivere gli inizi del Movimento a Trento, nel 1943, durante
la seconda guerra mondiale, la scoperta di Dio–Amore, la nascita del primo focolare,
l’impatto con una parola del Vangelo “Che tutti siano uno” al cuore del carisma di
Chiara. E poi gli ultimi anni e il rapporto di Chiara con la malattia. Un’esperienza
che ricorda quella di Giovanni Paolo II. Della profonda stima e sintonia spirituale
tra i due, parla il cardinale StanisławDziwisz,
per anni segretario di papa Wojtyla, raggiunto a Cracovia: “Penso che
il Santo Padre abbia trovato in lei e anche nel Movimento dei Focolari la conferma
a tutto quello che lui pensava, come lui ha visto la Chiesa; la sua apertura verso
il mondo, anche verso le religioni cristiane e non cristiane”. In
un’intervista videoregistrata il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio
Bertone, dice: “Chiara Lubich non è scomparsa dal nostro sguardo: è sempre presente.
Io la invoco in qualche momento difficile e chiedo il suo aiuto soprattutto in queste
circostanze così drammatiche per la vita della Chiesa e anche per la vita del mondo”.
E conclude: “Grazie Chiara per quello che hai dato alla Chiesa e al mondo”. Quello
che Chiara porta è un linguaggio e una cultura nuovi che parlano di fraternità, di
pace, di giustizia, si è detto a Castelgandolfo. La parola che definisce meglio il
suo sogno e il perché della sua vita è unità. Tra uomini, popoli, religioni, culture.
E di impegno per costruire l’unità, superando barriere e divisioni, raccontano donne
e uomini venuti dal Camerun, dal Libano, dalla Svizzera e una famiglia italiana. “Il
nostro amore, diceva Chiara, serva a far nascere dovunque un mondo nuovo, in cui tutti
si riconoscano fratelli e figli dell’unico Dio”. Questo l’invito che Chiara ripete
anche oggi al suo popolo e a quanti vorranno raccoglierlo perché tutti possono concorrere
alla fratellanza universale.