I laici del Congo si interrogano sull’impegno dei cristiani nella politica
“L’impegno politico del laico congolese è un insuccesso”: è quanto ha denunciato -
nel corso della XXXVII sessione della Cattedra cardinale Malula organizzata dall’Istituto
africano delle Scienze della missione - Léon Botolo, iniziatore della Comunità Famiglia
cristiana dell’arcidiocesi di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo. Per
Botolo il Consiglio dell’apostolato del laico cattolico in Congo (CALCC) non ha adempiuto
correttamente alla sua missione e sembra essere stato mal compreso dall’episcopato.
Il fatto che tra i laici non vi sia un forte impegno politico, sostiene Botolo, è
da ascrivere alla gerarchia della Chiesa così come ai consacrati e ai laici stessi;
ma fra gli ostacoli per l’iniziatore della Comunità Famiglia cristiana vi è la paura,
per tale motivo, secondo Botolo, per motivare i laici, occorrono strutture sociali
adeguate. “L’impegno politico dei fedeli laici della Repubblica democratica del Congo
alla luce della Christifideles laici”: questo il tema dell’incontro deciso nell’anno
in cui la Chiesa cattolica del Congo ha scelto di far memoria di Isidore Bakanja,
laico, martire a causa della sua fede in Gesù Cristo e della sua devozione nella Vergine
Maria. E proprio nel corso del suo intervento, Léon Botolo ha ricordato anche l’impegno
dei laici al fianco dei consacrati nella giovane democrazia congolese. Larga la partecipazione
degli intellettuali all’incontro svoltosi nella sala delle conferenze della struttura
scolastica delle Missionarie oblate di Maria Immacolata e che si sono confrontati
sul rapporto che i fedeli laici hanno con la politica discutendo di sfide e problematiche.
(T.C.)