Delegazione di vescovi in visita nei campi profughi dello Sri Lanka
La Chiesa dello Sri Lanka - riferisce L’osservatore Romano - mobilita le sue strutture
per portare aiuti materiali e conforto spirituale nei campi profughi. Una delegazione
della Conferenza episcopale, guidata dal presidente Joseph Vianney Fernando, si è
recata la scorsa settimana in 13 centri dove sono raccolte circa 40 mila persone,
scampate alla furia dei combattimenti tra l’Esercito del Governo di Colombo e i guerriglieri
del Movimento Tigri per la liberazione dell’Eelam Tamil (Ltte). Mons. Norbert Marshall
Andradi, segretario della Conferenza episcopale, ha riferito che i vescovi cattolici
sono stati i primi religiosi ad entrare nei campi profughi e che le autorità civili
hanno chiesto alla Chiesa cattolica l’invio di suore per assistere le donne e i bambini.
Allertata anche la Caritas nazionale che sta già provvedendo a reperire materiale
scolastico ed insegnati volontari per consentire piccoli rifugiati di riprendere la
scuola. In questi giorni - riferisce l'agenzia Misna - quasi 2000 civili sono fuggiti
dalle zone di combattimento nel fine settimana mentre i soldati avanzano nei 30 chilometri
quadrati dove si concentra l’ultima resistenza delle ‘Tigri tamil’; secondo dati forniti
dai militari oltre 900 persone hanno raggiunto a piedi Puthukkudiyiruppu, controllata
dall’esercito, mentre 62 sono fuggite via mare; sabato, i fuggitivi sono stati 1015,
di cui 420 via mare. Oggi l’ufficio Onu a Colombo ha denunciato l’arruolamento forzato
di tre suoi dipendenti da parte dei ribelli tamil nella zona dei combattimenti. Sarebbero
centinaia i civili, adulti e ragazzi, costretti dalle Ltte ad imbracciare le armi
nell’estremo tentativo di respingere i soldati. (R.G.)