Oltre duemila studenti e docenti di 64 Paesi chiudono il Giubileo paolino degli universitari,
nella basilica di San Paolo fuori le mura a Roma
“Quello che voi adorate senza conoscere io ve lo annuncio”: è la frase pronunciata
da San Paolo nell’aeropago di Atene il tema del Giubileo paolino degli universitari,
che si è svolto in questi giorni a Roma e si è concluso questa mattina, con una celebrazione
eucaristica presso la Basilica di San Paolo fuori le mura, nella capitale, e con la
professione di fede degli universitari. Il servizio di Marina Tomarro.
Erano
oltre duemila i giovani che questa mattina hanno partecipato al Giubileo paolino degli
universitari e che hanno professato davanti alla tomba dell’apostolo delle genti la
loro fede. “Oggi - ha spiegato il cardinale Zenon Grocholewski, che ha presieduto
la celebrazione eucaristica - grazie a questo Giubileo, abbiamo una nuova beatitudine.
Beati gli operatori di cultura, perché saranno cercati e benedetti da coloro che desiderano
costruire un mondo migliore. Infatti, il messaggio di gioia di questo Giubileo non
termina oggi, ma deve essere portato e vissuto da tutti voi nelle vostre università,
che spesso vivono il contrasto, da una parte, di portare avanti interessi materiali
e, dall’altra, di favorire la diffusione di una cultura che vada al di là del semplice
nozionismo.
E alla celebrazione hanno partecipato
anche i docenti del Forum internazionale delle Università, provenienti da oltre 64
differenti Paesi dei cinque continenti. E, ieri, proprio a conclusione di questo incontro,
organizzato in occasione delle giornate giubilari degli universitari, i partecipanti
hanno voluto esprimere la loro vicinanza all’operato di Benedetto XVI per l’università,
in un documento in cui hanno ribadito l’impegno ad essere testimoni del Vangelo negli
atenei, consapevoli dell’attuale situazione socioeconomica, ma cercando sempre di
promuovere nuove vie di ricerca per la costruzione di un nuovo umanesimo e di una
nuova civiltà dell’amore.