2009-03-14 13:26:25

La lettera del Papa ai vescovi riporta all'essenza del Vangelo: le riflessioni del cardinale Péter Erdö e di padre Federico Lombardi


Una lettera intima, intensa e diretta, che ha colpito il cuore dei vescovi. Dicono questo le molte reazioni, improntate alla gratitudine, registrate nell'espicopato mondiale, dopo la pubblicazione della Lettera del Papa sulla revoca della scomunica ai quattro presuli della Fraternità San Pio X. Parole che invitano alla riconciliazione che nasce dai sentimenti del Vangelo e ribadiscono i capisaldi di spiritualità e di magistero che da quattro anni guidano il Pontificato di Benedetto XVI. Lo conferma, al microfono di Agnes Gedo, della nostra redazione ungherese, il cardinale Péter Erdö, arcivescovo di Esztergom-Budapest, primate dell'Ungheria e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee):RealAudioMP3

La lettera per noi è un grande regalo, un regalo di luce e di forza dello Spirito, perché oltre al chiarimento di un caso concreto abbiamo ricevuto un grande insegnamento tra i segni dei tempi, tempi che sono non facili per il mondo, per l’umanità e anche per la Chiesa. Il Santo Padre ha sottolineato con forza e con passione la missione fondamentale della Chiesa e l’unità della Chiesa deve essere un gran segno per l’uomo, perché possa trovare Dio. Questo impegno appassionato per l’unità della Chiesa è un grande insegnamento per noi, un incoraggiamento per tutti quelli che lavorano nel campo dell’ecumenismo.

 
Poi abbiamo ricevuto anche un grande incoraggiamento e una grande consolazione, perché il Santo Padre ha parlato anche di quelli che sono vittime di ingiustizia, di quelli che possono essere esposti all’odio, che non godono del bene della tolleranza che è un bene molto stimato nelle nostre società. Posso dire che questa gratitudine è condivisa da moltissimi vescovi. Già prima di questa lettera, ho avuto occasione di firmare per tre volte lettere collettive di grandi gruppi di vescovi che confermano la loro vicinanza al Santo Padre e il loro affetto verso di lui. Abbiamo fatto questo a Zagabria, con i presidenti della Conferenze episcopali e i cardinali dei Paesi ex comunisti. Un’altra volta in Slovacchia, in occasione di una festa. La terza volta in Turchia, con i vescovi del Sudest europeo. Sono rimasto impressionato dalla grande unità di tutti i vescovi intorno al Papa. Questo è il giusto atteggiamento e questo esprimeremo anche noi altri vescovi ungheresi. Siamo molto solidali a tutti i vescovi che fanno la stessa cosa. Ho visto con gioia che l’episcopato italiano ha già fatto pubblicare una dichiarazione in questo senso.

 
Sul contenuto della lettera, la riflessione del nostro direttore generale, padre Federico Lombardi:RealAudioMP3

La nuova lettera del Papa ai vescovi è un documento originale, di stile schietto e personale. L’occasione - com’è noto - sono le discussioni suscitate dalla decisione di togliere la scomunica ai quattro vescovi che erano stati ordinati da mons. Lefebvre, provvedimento di cui il Papa spiega chiaramente la natura, i limiti e l’intenzione, cioè la ricerca dell’unità anche quando è difficile. Ma il documento ha un significato molto più ampio, perché diventa una testimonianza forte delle priorità e dei criteri di Benedetto XVI nel suo servizio di governo della Chiesa.

 
Il Papa ribadisce infatti le grandi priorità del suo Pontificato: portare le persone a Dio, al Dio che si è rivelato nella Bibbia e in Cristo; l’unità dei cristiani e l’ecumenismo; il dialogo fra i credenti in Dio, cioè il dialogo interreligioso per la pace del mondo; la dimensione sociale della carità cristiana. Sono le priorità che ci sono ben note fin dal primo discorso di Benedetto XVI nella Cappella Sistina, priorità che ha fedelmente tradotto in pratica ogni giorno con le sue parole e i suoi atti. Ma il Papa mette anche in luce con forza qual è il criterio che guida il suo governo e lo spirito che lo anima. E’ il Vangelo, la legge nuova di Cristo.

 
Se egli si impegna e si espone per un cammino di riconciliazione che suscita tante resistenze, è perché il Signore ci ha detto che se il nostro “fratello ha qualcosa contro di noi” dobbiamo lasciare l’offerta davanti all’altare e andare prima a riconciliarci con lui. E il Vangelo va preso sul serio, senza annacquarlo. Il comandamento dell’amore è esigente. Ringraziamo il Papa di aver testimoniato ancora una volta con tanta efficacia alla Chiesa e al mondo che al primo posto è Dio, e la via migliore per andare a lui è il Vangelo di Gesù.







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