2009-03-12 15:17:24

Presentato a Roma l'ultimo libro di Carlo Di Cicco


L’incontro di un giornalista con la parola di Dio, la sua esperienza di vita nello sfondo del ’68 e le sue considerazioni sul Concilio Vaticano II. Questo racconta “Ti credevo un altro”, il libro di Carlo Di Cicco, vicedirettore dell’Osservatore Romano, pubblicato dalla Cantagalli e presentato ieri pomeriggio a Roma. Il volume, che intende offrire al mondo laico spunti per dialogare, svela la visione di Dio amore del cronista, proprio quel Dio dal quale Benedetto XVI invita a ripartire nella sua prima Enciclica Deus Caritas est. Il servizio di Tiziana Campisi:RealAudioMP3

Sono riflessioni che cercano un dialogo le pagine di Carlo Di Cicco, che vogliono proporre, a cristiani e non, un confronto sulle strade che ogni uomo percorre alla ricerca dell’amore. Amore che i credenti riconoscono in Dio, che in una società multiculturale deve farsi chiave di apertura all’altro permettendo di superare diversità e divergenze e di costruire una pacifica convivenza. Il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, intervenuto alla presentazione del libro, ne ha parlato anche riferendosi alla vita della Chiesa:

 
“Quando la Chiesa cattolica e le altre Chiese e comunità cristiane, ponendosi in ascolto della Parola di Dio, decidono di fondarsi su Dio-Amore la pratica riformatrice si fa necessariamente esigente ma, allo stesso tempo, non intransigente e anzi, largamente dialogica. Le stesse istituzioni civili, governate dal principio di laicità e democrazia, possono sentirne beneficio”.
 
L’amore è più forte della distruttività umana, scrive Carlo Di Cicco, ma su quali basi gli uomini possono istaurare il dialogo? Lo abbiamo chiesto all’autore stesso:

 
R. – Prima di essere cristiani e insieme all’essere cristiani, noi dobbiamo essere umani. Il pensarci in questa dimensione ci facilita l’apertura e la comprensione reciproca. Quindi, più che le cose che ci sono da fare, è come noi possiamo servirci a vicenda, volerci bene a vicenda, aiutarci a vicenda per uscire dalle fatiche della vita. Il resto, le divergenze che ci sono nel come fare le cose, possono trovare una soluzione se all’inizio c’è una comprensione di amore, non un atteggiamento di valutazione delle persone che non credono come noi.

 
D. – Perché è difficile vedere Dio nell’età post-moderna?

 
R. – Perché noi cristiani non siamo sempre all’altezza di testimoniarne l’amore. Se non amiamo e non serviamo quelli che vediamo, non amiamo neppure e non serviamo Dio che non vediamo. Pensiamo di amarlo, invece serviamo ed amiamo degli idoli.

 
“La missione di annunciare l’amore di Dio in maniera credibile al mondo che fatica sempre di più a percepirlo - afferma il cardinale Bertone - chiede uno sguardo nuovo perché il mondo creda”.







All the contents on this site are copyrighted ©.