India: il Centro dei Gesuiti per i diritti umani riflette sulle prossime elezioni
generali
L’India si prepara alle prossime elezioni generali, in programma, in varie tornate,
dal 16 aprile al 13 maggio. In vista di questo importante appuntamento, padre Cedric
Prakash, direttore del “Prashant”, il Centro gesuita per i diritti umani, la giustizia
e la pace, situato ad Ahmedabad, ha redatto una lunga riflessione. Nel documento,
intitolato “Il nostro sacro dovere” e pubblicato sul sito della Conferenza episcopale
indiana, il religioso ricorda che “per noi cristiani, il mandato elettorale è chiaro.
Secoli fa, Gesù disse categoricamente di “dare a Cesare quel che è di Cesare”, il
che implica che ognuno di noi, come cittadino, deve essere partecipe dei processi
politici e governativi”. “La Chiesa – continua padre Prakash – non si è mai stata
timida sui temi del ‘buon governo’ e della partecipazione politica. È quindi inderogabile
che ciascuno di noi faccia il possibile affinché l’ambiente politico venga ripulito,
così da avere, al governo, rappresentanti che non siano corrotti, settari, classisti
e criminali”. Quindi, il direttore del Centro gesuita dà ai cristiani alcuni suggerimenti.
Innanzitutto, afferma, è necessario “studiare i programmi elettorali dei diversi partiti
politici, organizzando e partecipando ai loro dibattiti e osservando se hanno mantenuto
le promesse fatte alle precedenti elezioni”. Quindi, il religioso invita gli elettori
a “fare una campagna a favore di candidati, partiti ed ideologie che siano trasparenti,
onesti, desiderosi di porsi al servizio della popolazione, di preservare le specificità
del Paese e di tutelare l’inviolabilità della Costituzione”. Inoltre, padre Prakash
suggerisce di “segnalare immediatamente alla polizia ogni violazione del Codice di
condotta elettorale ed eventuali episodi di brogli, di fare in modo che più persone
possibili esercitino il loro diritto di voto e di monitorare le consultazioni a livello
locale”. Infine, il religioso ribadisce la necessità di “organizzare speciali gruppi
di preghiera nelle famiglie, nelle comunità, nelle Chiese del Paese per invocare elezioni
libere, leali e pacifiche e affinché coloro che verranno eletti abbiano il coraggio,
l’intelligenza e l’onestà di preoccuparsi del bene comune, in particolare dei poveri,
degli emarginati e di tutti i settori vulnerabili della società”. (I.P.)