2009-03-11 15:47:30

Stragi della follia in Germania e Stati Uniti: 28 morti


Dopo la strage di ieri in Alabama, dove un dipendente di una fabbrica prima di suicidarsi ha ucciso a colpi di arma da fuoco 10 persone, tra cui sua madre e altri stretti familiari, un analogo episodio di follia con 17 morti è accaduto oggi in Germania, in una scuola nei pressi di Stoccarda. A sparare, innescando la tragedia, è stato un ragazzo di 17 anni: di lui al momento si sa che era vestito di nero e che è rimasto ucciso nella sparatoria con la polizia che ha cercato di bloccarlo. Si parla di nove studenti e tre professori uccisi, nulla si sa per il momento delle altre vittime. Il governo tedesco si è detto “profondamente scioccato” per la strage. La cancelliera Angela Merkel alle 16 farà una dichiarazione sull'argomento.

Iraq - 15 anni di carcere a Tareq Aziz e Alì il chimico. Raid aerei sul Kurdistan
L'ex vicepremier iracheno, Tareq Aziz, e Ali Hassan al Majid, detto Alì il chimico, sono stati condannati a 15 anni di carcere dal Tribunale speciale iracheno che ha allo stesso tempo condannato a morte due fratellastri del defunto ex presidente iracheno, Saddam Hussein: atban Ibrahim al Hassan, ex ministro degli Interni, e Sebawi Ibrahim al Hassan, direttore dei Servizi di sicurezza. La corte ha condannato inoltre all’ergastolo l'ex segretario personale di Saddam Hussein, Abed Hamid Humud, e a sei anni di carcere l'ex ministro delle Finanze, Ahmed Kudair. Assolto, invece, l’Issam Rashid Hwaish, ex governatore della Banca centrale irachena. Termina così il provvedimento giudiziario iniziato il 29 aprile 2008. Erano tutti imputati per l'uccisione di una quarantina di commercianti e uomini d'affari messi a morte nel 1992. A suo tempo, si era trattato di un processo sommario con accuse di speculazioni sull'impennata dei prezzi dei generi di prima necessità, causata nel mercato iracheno dall'imposizione delle sanzioni internazionali da parte dell'Onu all'Iraq per l'invasione del Kuwait nel 1990.

Raid aereo iraniano sul Kurdistan
Nel nord dell'Iraq, nella regione autonoma del Kurdistan iracheno, la notte scorsa un bimbo curdo di due anni è stato ucciso e suoi genitori sono rimasti feriti - gravemente il padre - quando l'artiglieria iraniana ha bombardato una zona di confine. Nella zona, si troverebbero basi dei guerriglieri separatisti curdo-iraniani del Partito della vita libera in Kurdistan (Pjak).

Pakistan
La polizia del Pakistan ha arrestato decine di persone alla vigilia di una grande manifestazione dell'opposizione il cui leader, l'ex premier Nawaz Sharif, ha proclamato che “la nazione deve essere pronta a fare sacrifici per una rivoluzione nel Paese”. Rivolgendosi ad un folto gruppo di suoi militanti ad Abbottabad (nella provincia della frontiera nord-occidentale del Pakistan) Sharif, che è stato due volte premier pakistano, ha rivolto un appello alla popolazione a partecipare alla "Lunga marcia" guidata da personalità del mondo giuridico che deve partire domani da Karachi e giungere il 16 marzo ad Islamabad. L'obiettivo principale della "Lunga marcia" è forzare il governo del presidente, Asif Ali Zardari, a reinsediare al loro posto, come aveva promesso, i magistrati destituiti dall'ex presidente, Pervez Musharraf.

Medio Oriente
Mini-vertice arabo quello che si tiene oggi a Riad, in Arabia Saudita. Il quotidiano panarabo saudita al-Sharq al-Awsat, citando il portavoce della presidenza egiziano, Sulayman Awwad, parla di un vertice tripartito tra re Abdullah e i presidenti di Egitto e Siria, Hosni Mubarak e Bashar al-Assad, ma anche l'emiro del Kuwait, Sheik Sabah al-Ahmad al-Sabah, è stato invitato a Riad. “Al vertice si discuterà di come trovare una posizione comune araba a tutte le questioni della regione”, ha detto Awwad, parlando al giornale edito a Londra. L'agenzia ufficiale saudita aveva annunciato ieri la visita a Riad di Assad e Mubarak, precisando però che re Abdallah avrebbe avuto con ciascuno dei due presidenti “colloqui separati”, in vista del prossimo vertice della Lega Araba del 30 marzo a Doha, in Qatar. Secondo il quotidiano, il vertice potrebbe segnare una svolta nelle relazioni tra i due Paesi arabi alleati di Washington - Egitto e Arabia Saudita - e la Siria, legata all'Iran da salda alleanza strategico-militare.

L’appello del presidente della Commissione europea in relazione alla crisi
La gravità e la portata della crisi richiedono un “cambio di marcia” rispetto a quanto fatto finora. Questo l'appello lanciato dal presidente della Commissione europea, Barroso, ai 27 Paesi dell'Unione in vista del vertice Ue che la prossima settimana sarà chiamato a dare risposte concrete a una situazione economica e sociale sempre più difficile. Barroso, intervenendo oggi davanti al Parlamento europeo, si è detto “molto preoccupato” per l'impatto sociale della crisi, evidenziando come l'Ue non sia attrezzata per fronteggiare le tensioni che questa situazione sta innescando. Da qui, ha detto, la necessità di “utilizzare concretamente tutti gli strumenti a disposizione”. Barroso e il vicepremier ceco Alexander Vondra, intervenuto a nome della presidenza di turno Ue, hanno evidenziato come in questa fase la priorità delle priorità sia quella di “ripulire” le banche dai titoli "tossici", per ripristinare il necessario flusso del credito a sostegno dell'economia reale. Vondra ha poi sottolineato che il vertice del 19 e 20 marzo dovrà indicare chiaramente come ridurre l'impatto della crisi sull'occupazione, un tema che sarà anche al centro di un apposito vertice straordinario, in calendario per l'inizio di maggio a Praga.

Grecia - accusa di massa per corruzione agli statali
Centinaia di funzionari statali greci rischiano il processo o la sospensione dai loro incarichi per corruzione, in seguito alle conclusioni di un'inchiesta condotta dall'Ombdusman per l'amministrazione pubblica. Il presidente dell'Ispettorato per la Pa, Rakitzis, ha annunciato che chiederà il rinvio a giudizio di 354 funzionari delle imposte e degli uffici comunali per la concessione dei permessi di costruzione, i quali non sono stati in grado di spiegare la provenienza di denaro o beni in loro possesso, come prevede la legge greca. Rakitzis, citato dai media, ha detto che si sta indagando su altri 200 dipendenti statali che potrebbero essere sospesi dalle loro funzioni. Infine, verrà chiesta l'apertura dei conti correnti di altri 30 funzionari la cui ricchezza non appare giustificata dai loro redditi. È la prima volta che indagini dell'Ombdusman portano all'incriminazione di un numero tanto elevato di funzionari pubblici. E ciò mentre scandali per corruzione - in cima alla preoccupazione dei greci subito dopo la crisi economica - hanno pesantemente contribuito a far crollare nei sondaggi il partito del premier, Costas Karamanlis.

Ahmadinejad parla della crisi nel vertice a Teheran fra 10 Paesi dell'Asia centrale
La crisi mondiale ha dimostrato che “l'economia del libero mercato è stata un totale fallimento” e perciò bisogna costruire “un nuovo ordine basato sui valori e la giustizia umana”. È quanto ha detto il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, aprendo a Teheran i lavori di un vertice fra 10 Paesi dell'Asia centrale. “Il mondo sta vivendo grandi cambiamenti - ha aggiunto Ahmadinejad - perchè dopo la caduta delle economie socialiste ora assistiamo alla caduta delle economie capitaliste”. Alla riunione sono presenti i presidenti di Turchia, Pakistan, Afghanistan e delle sei Repubbliche ex sovietiche dell'Asia centrale, Paesi riuniti nell'Organizzazione per la cooperazione economica (Eco). I Paesi dell'Eco contano complessivamente una popolazione di 400 milioni di persone e coprono un'area di 8 milioni di chilometri quadrati. Parlando di obiettivi, Ahmadinejad ha sottolineato la creazione di una Banca comune per lo Sviluppo e la rimozione delle barriere tariffarie.

Cinque anni fa i tragici attentati a Madrid
Undici marzo 2004. Una data impressa nella memoria di Madrid, che esattamente 5 anni fa si risvegliò nel terrore, a causa di una serie di esplosioni. Quattro ordigni esplosero su un treno che stava per entrare nella stazione di Atocha; praticamente nello stesso istante altre esplosioni avvennero su un treno alla stazione di Santa Eugenia e alle installazioni della Renfe (le ferrovie spagnole) a El Pozo, sempre nella zona di Madrid. Quasi 200 furono i morti, oltre 1.400 i feriti, per un attacco multiplo che colpì al cuore l’Europa. Anche oggi l’allarme terrorismo resta alto nel Vecchio continente: il dato emerge dalla relazione 2008 dei Servizi segreti italiani consegnata ieri al parlamento. Nel documento, si rileva che Al Qaeda è determinata a colpire ''i Paesi occidentali ed i loro alleati''. Ma oggi come si inserisce il terrorismo nel panorama geopolitico? Salvatore Sabatino lo ha chiesto al prof. Maurizio Simoncelli, esperto di Geopolitica dei conflitti all’Istituto di ricerca Archivio Disarmo: RealAudioMP3

R. - Bisogna prendere atto che la politica portata avanti dal governo repubblicano di George W. Bush sostanzialmente ha fallito nella battaglia avviata contro il terrorismo. Certamente, ha sconfitto Saddam Hussein, ma si è trattato di una diversa battaglia avviata per altri motivi. Il terrorismo - quello che appunto noi identifichiamo, iconograficamente parlando, con l’immagine di Osama Bin Laden - è tuttora attivo: anzi, il tipo di guerra che è stata portata avanti negli anni, in realtà ha dato risultati estremamente scarsi. Sostanzialmente, il problema è che il terrorismo non si combatte con l’uso massiccio dei grandi sistemi di armi, non si combatte con gli eserciti.

 
D. - Non a caso, la nuova amministrazione americana, guidata da Obama, sta puntando invece sul dialogo. Quali risultati possiamo aspettarci da questo cambiamento di tattica?

 
R. - Certamente, il dialogo è fondamentale perché non tutto il mondo islamico è ovviamente filo-terrorista o filo-integralista, cioè un terreno di coltura per questo fenomeno. Si tratta allora di trovare spazi, modalità, elementi con cui avviare un dialogo, con cui poter sconfiggere quello che, altrimenti, appare come uno scontro di civiltà e che non deve essere. La linea Obama mi sembra, per quello che possiamo vedere ora, si stia muovendo con prospettive di successo, sicuramente maggiori rispetto a quelle di Bush.

 
Lampedusa
La notte scorsa, 332 migranti stipati su vecchio peschereccio sono approdati direttamente nel porto dell’isola siciliana di Lampedusa. Nel Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Contrada Imbriacola ci sono ora quasi 900 persone. Intanto, è in corso il sopralluogo dei periti nominati dalla Procura della Repubblica di Agrigento per l'incendio appiccato, un mese fa, da un gruppo di rivoltosi che ha distrutto parzialmente la struttura. Massimiliano Menichetti ha raggiunto telefonicamente al Cie di Lampedusa Elisa Maiani dermatologa dell’INMP (Istituto Nazionale per la Promozione della Salute delle Popolazioni Migranti ed il Contrasto delle Malattie della Povertà), task force medica coordinata dal Ministero dell’interno:RealAudioMP3

R. - In considerazione anche dell’incendio che ha interessato il Centro circa tre settimane fa, se già prima c’erano delle problematiche legate al dove far alloggiare le persone, chiaramente dopo questa notte la situazione è peggiorata.

 
D. - Nel Centro adesso risiedono circa 900 persone: c’è tensione?

 
R. - In questo momento, si respira un’atmosfera di calma, non di criticità.

 
D. - Da dove provengono principalmente queste persone che sono nel Centro?

 
R. - Circa l'80 per cento è di provenienza tunisina. Questa notte, durante questo grande sbarco, sono arrivate oltre 300 persone, delle quali anche in questo caso un 70 per cento è di origine tunisina e marocchina e la restante percentuale viene dall’Africa subsahariana, principalmente dalla Nigeria.

 
D. - Come sono le loro condizioni di salute?

 
R. - Piuttosto buone. Non abbiamo neanche avuto le solite situazioni di lieve ipotermia o di disidratazione che possono verificarsi.

 
D. - Questo è uno dei rari casi in cui le persone stanno bene ma cosa c’è, di solito, dietro un viaggio della speranza di questo tipo?

 
R. - Le storie, ovviamente, si differenziano a seconda del Paese di origine. Si tratta di storie molto pesanti per quanto riguarda soggetti che provengono dalla Nigeria, alcuni dei quali iniziano il viaggio anche due tre anni prima dell’arrivo nel nostro Paese. Ci sono persone che provengono invece dal Corno d’Africa, che devono attraversare addirittura il deserto, e alcuni di loro finiscono in carcere in Libia. Ci sono delle situazioni piuttosto complesse.

 
D. - L’ultima tappa, per chi ce la fa, è quella del Mediterraneo. Una traversata non facile…

 
R. - E' un viaggio in cui molte persone purtroppo non ce la fanno. Vengono gettate in mare e di loro molto spesso non resta traccia.

 
D. - Qual è il vostro compito sull’isola?

 
R. - E’ quello ovviamente di curare gli immigrati, garantendo loro il diritto alla salute. Siamo dermatologi, infettivologi e ginecologi se ci sono delle patologie infettive e diffusive. Il nostro compito è di curare le persone qui vengano trasferite nei centri di seconda accoglienza.

 
D. - Dunque, non ci sono pericoli di malattia per la popolazione italiana?

 
R. - Molto spesso i mass media danno delle informazioni di tipo emergenziale. Queste persone, assolutamente, non rappresentano un pericolo per la popolazione italiana.

 
Cina
Nove operai edili cinesi sono morti a causa del crollo del loro dormitorio nei pressi di Danyang, nella Cina orientale. Il dormitorio si trova nel cantiere in cui si sta costruendo la linea ferroviaria per il treno superveloce che collegherà Pechino alla metropoli costiera di Shanghai. Lo afferma l'agenzia Nuova Cina. Il crollo, secondo le prime informazioni, sarebbe stato provocato dall'esplosione di una bombola di gas. Il treno superveloce dovrebbe permettere di viaggiare tra le due principali città della Cina in cinque ore, rispetto alle undici attualmente necessarie.

Tibet
La Cina ha messo in guardia oggi gli Stati Uniti: le “accuse gratuite” sulla situazione in Tibet possono peggiorare le relazioni bilaterali tra i due Paesi. Lo ha reso noto il portavoce del Ministero degli esteri di Pechino, Ma Zhaoxu, in un comunicato. Ieri, la Casa Bianca si è detta preoccupata per “la situazione dei diritti umani in Tibet”. Per oggi, è previsto a Washington l'incontro tra il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ed il ministro degli Esteri cinese, Yang Jiechi.

Coree
Russia e Cina hanno espresso preoccupazione per l'acuirsi delle tensioni nella penisola coreana e hanno lanciato un appello alle parti interessate ad astenersi da azioni suscettibili di minaccia per la sicurezza nella regione. Ne ha dato notizia il Ministero degli esteri russo, riferendo di un colloquio telefonico fra i ministri degli Esteri dei due Paesi, il russo Serghiei Lavrov e il cinese Yang Jiechi. “Nell'esame della situazione nell'Asia nordorientale, è stata espressa preoccupazione per l'acuirsi della tensione nella penisola coreana”, ha detto il Ministero a Mosca in un comunicato diffuso dal'agenzia Itar-Tass. “Lavrov e Jiechi hanno invitato i Paesi interessati a dar prova di prudenza e moderazione e ad astenersi da ogni tipo di azione in grado di minare la sicurezza e la stabilità in quella regione”, aggiunge il comunicato.

Brasile
Oltre seimila militanti, in maggioranza donne, di Via Campesina e del Movimento Sem Terra brasiliano hanno occupato edifici pubblici e latifondi e depredato imprese di agribusiness e raffinerie di etanolo in tutto il Brasile. La protesta, iniziata ieri, si sta estendendo in tutte le aree teatro di una conflittualità legata alla riforma agraria e ai conflitti per la terra. A Brasilia, 600 attiviste, con bambini, hanno occupato il Ministero dell'agricoltura di Brasilia per protestare contro la concessione di finanziamenti per l'agricoltura familiare e contro la “lentezza” nella realizzazione della riforma agraria. Per le stesse ragioni, 1.200 militanti Sem Terra hanno manifestato a Porecatù, nello Stato del Paranà. Nello Stato di Espirito Santo, 1.300 attiviste di Via Campesina hanno occupato il Portocel, porto di esportazione di legname di eucalipto dell'Aracruz, maggior produttore brasiliano di polpa di carta, e distrutto duemila tonnellate di cellulosa, mentre centinaia di militanti dei Sem Terra hanno bruciato tronchi di eucalipto in una fazenda di proprietà della Vale do Rio Doce, la maggior impresa privata brasiliana. Nello Stato di San Paolo, 600 attiviste hanno bloccato per alcune ore una raffineria di etanolo di un grande gruppo privato. Nell'Alagoas, 1.500 militanti hanno invaso il latifondo di un ex ministro, Joao Lyra. Nel Rio Grande do Sul, i manifestanti hanno distrutto duemila tronchi tagliati di eucalipto in una fazenda di un'altra grande produttrice di carta, la Votorantim. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 70

 
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