Riunione a Bogotà dei segretari delle Conferenze episcopali latinoamericane
Concludono domani a Bogotá, in Colombia, i lavori della riunione annuale dei Segretari
delle 22 Conferenze episcopali dell’America Latina e dei Caraibi, convocati dal Celam
per fare il punto sul lancio della Missione continentale decisa nell’ambito della
V Conferenza generale degli episcopati della regione nel maggio 2007. I presuli, che
ieri hanno aperto le loro riflessioni, non solo si stanno occupando del bilancio del
lancio della Missione, ormai in atto in tutti i Paesi e Chiese dell’area, dal Messico
fino alla Patagonia, ma soprattutto del documento elaborato per i primi anni del lavoro
pastorale. In questo testo si stabiliscono gli obiettivi principali e si sottolinea
che la Missione continentale è “permanente” e riguarda la natura stessa della Chiesa.
Essere discepoli e missionari, si legge nel documento, “significa andare incontro
a tutti i popoli” per vivere “intesamente questa ora di grazia” come una “nuova pentecoste
per le comunità cristiane”. La Missione, si osserva, “deve svegliare la vocazione
e l’azione missionaria dei battezzati, sostenendo tutte le vocazioni e ministeri che
lo Spirito dona ai discepoli di Gesù nella comunione viva della Chiesa”. In concreto,
dunque, “ogni cristiano deve andare incontro alle persone, alle famiglie, alle comunità
e ai popoli per trasmettere loro, condividendolo, l’incontro con Cristo che riempie
le nostre vite di senso, verità, gioia e speranza”. Per i presuli latinoamericani,
riuniti in queste ore, è fondamentale che fin dall’inizio sia correttamente inquadrata
la natura di questa Missione, “parte costitutiva dell’identità della Chiesa chiamata
dal Signore ad evangelizzare tutti i popoli. Perciò la Missione deve essere anzitutto
un’azione destinata ad animare la vocazione missionaria dei cristiani, per rafforzare
le radici della loro fede e al tempo stesso risvegliare la responsabilità di ciascuno
e delle comunità cristiane” consapevoli che si “è missionario sempre”. In questo
contesto, i segretari degli episcopati dell’America Latina hanno aperto anche una
riflessione sul fatto che “lo stato permanente di missione” implica “una grande disponibilità
a ripensare e a riformare molte strutture pastorali tenendo sempre presente, come
principio costitutivo, la spiritualità della comunione”. Si tratta di “forgiare nuove
strutture, adeguate, aperte e flessibili, capaci di mantenere viva la missionarietà
di ogni Chiesa particolare”. (L.B.)