Il Dalai Lama: per il Tibet vera autonomia, non indipendenza
Il Dalai Lama ha chiesto alla Cina una “autonomia legittima e significativa” per il
Tibet e non l'indipendenza. Il leader spirituale tibetano si è espresso così nel corso
di un discorso dalla sua sede di Dharamsala, in India, in occasione del 50.mo anniversario
della rivolta anticinese del 1959, che lo costrinse all'esilio. Il servizio di Fausta
Speranza:
Chiedendo
autonomia e non indipendenza per vivere nel quadro della Repubblica popolare della
Cina, il Dalai Lama si dice certo che la giustizia prevarrà riguardo alla causa tibetana.
Della quale parla accusando la Cina di aver ucciso “centinaia di migliaia di tibetani”
in questi 50 anni e di aver gettato gli abitanti del Paese “in tali abissi di sofferenza
e privazioni da far loro letteralmente provare l'inferno in terra”. Da parte sua,
la Cina risponde che le accuse mosse si basano su voci e non sono provate. E ieri
il presidente, Hu Jintao, ha annunciato "una Grande Muraglia di stabilità" intorno
al Tibet per bloccare il “secessionismo”. Intanto, si parla di due pronunciamenti
in vista a livello internazionale: il parlamento europeo adotterà una risoluzione
sulla situazione in Tibet al termine del dibattito giovedì prossimo in plenaria, mentre
il Congresso statunitense sta già esaminando un progetto di risoluzione, nel quale
si rivolge un appello al governo cinese affinchè risponda alle iniziative del Dalai
Lama per una soluzione alla situazione tibetana”. In questo caso, proprio in queste
ore la Cina ha chiesto al Congresso di sospendere il tutto. Irlanda
del Nord "Continuity Ira", una delle frazioni dissidenti nata quando l'Ira
accettò il processo di pace, ha rivendicato l'assassinio del poliziotto Stephen Paul
Carroll, avvenuto ieri a Craigavon nella contea di Armagh, a 48 ore dall'assalto alla
caserma di Massereene che aveva causato la morte di due militari e il ferimento di
altre quattro persone. Oggi, il primo ministro britannico, Gordon Brown, ha assicurato
che l'Irlanda del nord "non ricadrà" negli errori del passato. Iraq Non
c’è ancora un bilancio certo delle vittime del sanguinoso attentato di stamani nei
pressi di Baghdad: si parla di almeno 30 morti e altrettanti feriti. Da registrare,
poi, l’esplosione nella provincia settentrionale di Ninive, non lontano da Mossul,
che ha causato la morte di almeno due civili e il ferimento di altrettante persone.
Afghanistan La
situazione in Afghanistan si è deteriorata e rappresenta una minaccia per la situazione
nella regione: lo ha detto il vicepresidente Usa, Joe Biden, aprendo per la prima
volta i lavori del Consiglio nordatlantico della Nato, oggi a Bruxelles. Biden ha
ricordato che la nuova amministrazione americana ha promosso un cambio di strategia
per l'Afghanistan e il Pakistan, che punta ad un maggiore coinvolgimento dei Paesi
della regione e ad uno sforzo di coordinamento più stretto tra l'aspetto militare,
quello civile e della ricostruzione. Un cambio di strategia sul quale Washington si
consulta con i 25 Alleati della Nato, a partire dall’appuntamento di oggi.
Riunite
in Egitto le fazioni palestinesi Le fazioni rivali palestinesi, fra cui Hamas
e al Fatah, si sono riunite al Cairo dando il via a una serie di incontri, patrocinati
dall'Egitto, per la riconciliazione nazionale palestinese. “Faccio appello ai gruppi
palestinesi ad assumere appieno le loro responsabilità, a mettere fine alle divisioni
interne e a far prevalere l'interesse nazionale”, ha dichiarato in apertura il mediatore,
il capo dei servizi di sicurezza egiziani, Omar Suleiman. Obiettivi degli incontri
per la riconciliazione sono la formazione di un governo di unità palestinese, la riunificazione
dei servizi di sicurezza nei Territori, la riorganizzazione dell'Olp e la preparazione
di elezioni presidenziali.
Kenya È salita la tensione nella manifestazione
di studenti che si sta svolgendo a Nairobi contro il capo della polizia, Hussein Ali,
ritenuto la "mente" degli squadroni della morte che nel 2007 hanno rapito e poi eliminato
almeno 500 presunti adepti della setta segreta e fuorilegge dei "mungiki", quasi tutti
giovanissimi. Sono almeno duemila gli studenti provenienti dall'Università centrale
e dal Politecnico. Testimoni sul posto parlano di colpi apparentemente di arma da
fuoco, lacrimogeni, sassaiole. Un ristorante ed altri negozi sono stati saccheggiati
dai dimostranti. Per ora, si segnalano alcuni contusi.
Sudan L'ambasciata
americana a Khartoum ha autorizzato l'evacuazione volontaria del suo personale non
indispensabile, dopo il mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale
nei confronti del presidente sudanese, Omar el Bashir, per i crimini commessi in Darfur.
Lo ha detto oggi un funzionario dell'ambasciata. La fonte ha aggiunto che si tratta
di una mossa diplomatica dopo l'espulsione decisa dal governo di Khartoum di alcune
ONG. Tutte le ambasciate occidentali hanno rafforzato la sicurezza in seguito alla
decisione della Corte, ma questa è la prima mossa concreta diplomatica fino ad ora.
Madagascar Il
ministro delle Difesa malgascio, Mamy Ranaivoniarivo, si è dimesso dopo l'ammutinamento
verificatosi in un centro nevralgico dell'esercito, vicino alla capitale. Un gruppo
di sottufficiali si era rivolto al Ministero della difesa denunciando le “violenze
perpetuate nei confronti della popolazione”. Il Madagascar si trova in una grave crisi
politica, in seguito allo scontro tra il presidente, M. Ravalomanana, e il capo dell'opposizione,
Andry Rajoelina, il quale da venerdì scorso ha trovato protezione nella residenza
dell'ambasciatore della Francia ad Antananarivo, dove stamani ci sono stati momenti
di tensione per una manifestazione di sostenitori del presidente. Rajoelina è nella
residenza francese, su richiesta della comunità internazionale e del mediatore dell'Onu
e in accordo con il presidente Ravalomanana. Dovrebbe essere trasferito in giornata
dalla sede diplomatica francese all'arcivescovado della capitale del Madagascar.
Algeria Un
poliziotto è stato ucciso domenica sera ad un falso posto di blocco eretto a Boghni,
vicino a Tizi Ouzou (100 km ad est di Algeri), da un gruppo armato di matrice islamica
a poche ore dall'attentato suicida compiuto contro una caserma nella stessa zona della
Cabilia. L'uomo, 52 anni, scrive oggi la stampa algerina, è stato ucciso con un taglio
alla gola. Il gruppo armato ha poi dato fuoco al corpo e all'auto dell'agente. Tre
persone, tra cui l'attentatore, sono morte e otto sono rimaste ferite, nell'attacco
kamikaze che sabato ha colpito una caserma della guardia comunale a Tadmait, tra le
montagne della regione berbera.
Sri Lanka Duro attacco nel distretto
di Matara: a farsi esplodere probabilmente un estremista delle Tigri Tamil. Intanto,
i guerriglieri in lotta per l'autonomia denunciano: "Decine di bimbi morti sotto i
bombardamenti dell'esercito". Ce ne parla Antonio D’Agata:
Continua
senza sosta il duro conflitto fra militanti Tamil e i reparti dell’esercito regolare
che, nello scorso fine settimana, ha causato la morte di almeno 150 guerriglieri.
Ma la violenza non si placa. Oggi, lo Sri Lanka è stato teatro di un sanguinoso attentato:
un kamikaze, probabilmente un estremista delle Tigri Tamil, si è fatto saltare in
aria durante una funzione religiosa cui partecipavano molti ministri del governo di
Colombo: 15 i morti e venti feriti, tra i quali anche il ministro delle Telecomunicazioni,
ridotto in gravi condizioni, e quello della Cultura. Ma il bilancio delle vittime
tende a salire vertiginosamente. Tra ieri e oggi, sarebbero almeno 74 i civili uccisi
dai bombardamenti dell’esercito dello Sri Lanka, nella zona controllata dai guerriglieri
dell’esercito di liberazione. Addirittura, tra le vittime, ci sarebbero 25 bambini.
Secondo le ultime indiscrezioni, i morti sarebbero stati colpiti da bombardamenti
aerei nella zona di Vanni, est del Paese. Intanto, il sito "tamilnet.com" ha pubblicato
un appello alla comunità internazionale, firmato dai responsabili dei quattro principali
partiti che rappresentano i Tamil al parlamento di Colombo, col quale si chiede “un
immediato cessate-il-fuoco”, in modo da poter soccorrere i 330 mila civili assediati
nell’area delle forze armate cingalesi. Bolivia-USA Il
presidente boliviano, Evo Morales, ha annunciato l'espulsione del secondo segretario
dell'ambasciata americana a La Paz, Francisco Martinez, accusandolo di cospirare contro
il suo governo. Nel settembre scorso, il presidente boliviano aveva già espulso l'ambasciatore
statunitense a La Paz, Philip Goldberg, anch'egli accusato di tramare contro il proprio
esecutivo. Morales ha anche sospeso, nel novembre scorso, la collaborazione del suo
Paese con l'agenzia americana per lo sviluppo (Usaid) e con la Dea, l'agenzia contro
il narcotraffico, attive nella regione di Cochabamba, accusando i suoi agenti di praticare
lo spionaggio.
Corea Tensione alle stelle nella penisola coreana.
La Corea del Nord ha ordinato lo stato di “allerta totale” al suo esercito, dopo aver
interrotto le comunicazioni con Seul, in risposta all'annuale e imponente esercitazione
militare congiunta di Stati Uniti e esercito sudcoreano iniziata ieri mattina. Il
regime di Pyongyang, inoltre, ha minacciato una dura risposta armata, qualora si verificassero
tentativi di violare il suo territorio o il suo spazio aereo. Sulla gravità della
situazione Stefano Leszczynski ha intervistato Maurizio Riotto, docente
esperto dell’area presso l’Università orientale di Napoli.
R. - Le esercitazioni
congiunte Sud Corea e Stati Uniti ci sono sempre state. Queste capitano in un momento
particolare. Naturalmente, la Corea del Nord pensa che esse siano legate al nuovo
esperimento missilistico che intende portare avanti, sul quale resta da sapere se
si tratti di un missile balistico in grado di portare una testata atomica. Sicuramente,
l'esercitazione aggiunge un tassello in più alla tensione che sta creandosi nella
penisola da quando in Corea del Sud c’è un governo conservatore, vale a dire dal dicembre
2007. D. - Fa riflettere il tentativo della nuova amministrazione
americana di stemperare i toni con quelli che sono i rivali di sempre. Con la Corea
del Nord, e anche con la Cina, sembra un'operazione abbastanza difficile… R.
- In realtà, gran parte dell’opinione pubblica non si rende conto che in questo momento
il vero antagonista della Corea del Nord non è rappresentato dagli Stati Uniti bensì
dalla Cina. La Corea del Nord da 30 anni insiste per avere colloqui bilaterali con
gli Stati Uniti proprio per sfuggire all’influenza cinese sempre più invadente. Gli
Stati Uniti rifiutano perché ormai hanno tanti interessi in Cina da non poter disilludere
le aspettative della Cina stessa. A settembre 2008, la Cina controllava il 10 per
cento del debito americano. D. - È insomma una situazione da
tenere sotto controllo, potenzialmente pericolosa? R. - Assolutamente
sì, perché da un intervento cinese in Corea del nord potrebbero emergere conseguenze
inimmaginabili. Russia In vista della giornata nazionale
di protesta che l'opposizione russa ha indetto per il 12 marzo a Mosca e in una ventina
di altre città, la polizia ha fermato alcuni attivisti del partito nazional-bolscevico.
Aleksandr Avierin, membro del direttivo di "Altra Russia" - il movimento di opposizione
guidato dall'ex campione di scacchi, Garry Kasparov - ha detto all'agenzia Interfax
che la notte scorsa a Mosca sono stati fermati nelle loro abitazioni Mikhail Pulin,
Pavel Zherebin e Aliona Goriaceva, tutti appartenenti al partito nazional-bolscevico,
vietato in Russia. Sono inoltre ricercati gli altri attivisti, Andrei Nikitin e Aleksiei
Makarov. Secondo Avierin, i fermi sono chiaramente da collegare alla giornata di protesta
di dopodomani.
India Incoraggiato dal successo di un primo test su
un sistema di difesa contro i missili balistici intercontinentali (Icbm), il governo
indiano procede ora nello sviluppo di un programma che entro il 2014 gli permetterà
di entrare a far parte dell'esclusivo "club" di Paesi (Usa, Russia e Israele) che
dispongono di una protezione spaziale contro le aggressioni missilistiche esterne.
La stampa di New Delhi riferisce oggi che l'Organizzazione di ricerca e sviluppo per
la difesa (Drdo) ha confermato il successo del test, realizzato il 6 marzo con il
lancio di un missile capace di distruggere obiettivi in un raggio di 2.000 km. La
fase successiva del Sistema di difesa balistico (Bmd) prevede ora cinque nuovi test
e il collocamento di un sistema di radar a bordo di satelliti nello spazio. Secondo
la stampa, infine, l'India ha ricevuto presentazioni da parte dei tre Paesi che già
dispongono di sistemi anti missili balistici (il Patriot Advanced Capability statunitense;
gli S-300V russi e gli Arrow-2 israeliani). (Panoramica internazionale a cura di
Fausta Speranza) Bollettino del Radiogiornale della
Radio Vaticana Anno LIII no. 69 E' possibile ricevere
gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale.
La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.