Aperto il processo diocesano di canonizzazione di Assunta Viscardi
Ha amato i poveri e i bambini più di se stessa. Questo il filo conduttore dell’esistenza
di Assunta Viscardi, terziaria domenicana bolognese, della quale il cardinale Carlo
Caffarra ha aperto ieri il processo diocesano di canonizzazione. Assunta, nata nel
1890, aveva imparato dalla nonna a pregare con fervore, ma con il passare degli anni
il suo slancio si affievolì. Dopo un certo periodo di lotta interiore ritornò con
gioia a Dio e decise di diventare suora di clausura. Riuscì a realizzare il suo proposito
solo a 29 anni, ma dopo pochi mesi di prova dovette lasciare il monastero a causa
della sua salute troppo fragile. Tornata a Bologna ricominciò a frequentare il Convento
di San Domenico, dove le terziarie raccoglievano i bambini per toglierli dalla strada,
insegnare il catechismo e offrire uno spazio per i loro giochi. Da allora, Assunta
dedicò tutta la vita ai bambini più sfortunati, quelli che non avevano affetto, istruzione
e formazione. La sua azione fu così importante che Assunta divenne, di fatto, la fondatrice
di quell’Opera che già si chiamava “Opera di San Domenico per i figli della Divina
Provvidenza”. Visitando i bambini che voleva salvare dallo sfruttamento, Assunta rimaneva
ferita dalla grande miseria. Perciò diede vita, presso la Basilica di San Domenico,
alla “Porticina della Provvidenza”, un’istituzione che colpì nel segno perché mobilitò
tutta Bologna e che ancora oggi è molto attiva. La gente che aveva abiti e altri oggetti
che non usava più li portava alla “Porticina”. Assunta, con le sue amiche, li distribuiva
ai poveri. Nel corso della cerimonia di apertura del processo di canonizzazione il
cardinale Caffarra ha ricordato due qualità di Assunta Viscardi indispensabili per
la testimonianza cristiana: l’insegnamento della cultura e la pratica della carità.
(Da Bologna: Stefano Andrini)