2009-03-09 15:43:05

Pil mondiale in negativo nel 2009: non accadeva dal 1945


La crisi finanziaria rischia di avere conseguenze pesanti per l’economia mondiale che, nel 2009, potrebbe contrarsi per la prima volta dal 1945, complice anche la maggiore frenata degli ultimi 80 anni per il commercio mondiale. Le previsioni della Banca Mondiale, contenute in un documento in vista del G20 dei ministri finanziari e dei banchieri centrali, sono più pessimistiche di quelle rilasciate in gennaio (+0,5%) dal Fondo Monetario Internazionale che, comunque, nelle ultime settimane aveva messo in guardia dall'eventualità di un Pil negativo per il 2009, con una ripresa slittata al 2010. Pur senza fornire stime dettagliate, l'istituto di Washington ritiene che il commercio mondiale subirà una brusca battuta d'arresto, mentre la produzione industriale dovrebbe accusare, entro la metà del 2009, un -15% rispetto ai livelli del 2008. Soluzione a questo problema potrebbe essere una aumento della domanda, come ha affermato il consigliere economico della Casa Bianca, Lawrence Summers, che in un intervista ha esortato i Paesi del G20 a sostenerla. Forti le ripercussioni della crisi anche sui Paesi in via di sviluppo, che quest'anno - sempre secondo le stime della Banca Mondiale - potrebbero registrare un deficit finanziario fra i 270 e i 700 miliardi di dollari. Solo un terzo dei Paesi in via di sviluppo - avverte l'istituto - ha le risorse per prevenire un aumento della povertà. La Banca Mondiale ha chiesto alle economie avanzate, nel corso dell'ultimo G7, di destinare lo ''0,7%-1%'' dei propri piani di stimolo fiscale ai paesi poveri così da evitare una catastrofe umanitaria. Nel documento in vista del G20 la Banca Mondiale constata come 94 dei 116 paesi in via di sviluppo hanno sperimentato un rallentamento della crescita. I settori più colpiti sono quelli finora più dinamici, quali le costruzioni e il comparto manifatturiero. E la situazione non è migliore in Europa. Secondo un primo progetto del documento del "Comitato per l'occupazione e per la protezione sociale", contenente i messaggi chiave del Consiglio Epsco al Consiglio europeo di primavera, la recessione potrebbe causare altri 6 milioni di disoccupati entro il 2010 e produrre "gravi conseguenze sociali per le famiglie e le persone". (A cura di Virginia Volpe) RealAudioMP3







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