2009-03-09 15:47:22

Le Chiese del sud-est europeo insieme per il riconoscimento giuridico


Le Conferenze episcopali della regione del sud-est europeo potrebbero avviare un’azione comune presso le istanze europee per risolvere il comune problema del “riconoscimento dello status giuridico delle loro istituzioni ecclesiali nell’ordinamento legislativo del rispettivo Paese”. “Tale azione si potrebbe svolgere in collaborazione con l’Inviato Speciale - Osservatore Permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa e il Ccee (Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa)”. L’intenzione è tra i punti discussi e approvati durante l’incontro dei Presidenti delle Conferenze episcopali del Sud-Est Europa che su iniziativa del Ccee si è svolto dal 3 all’8 marzo a Iskenderum, in Turchia, in occasione dell’anno paolino. Otto, le Conferenze episcopali rappresentate: Albania, Bosnia e Erzegovina, Bulgaria, Grecia, Moldavia, Romania, la Conferenza Episcopale Internazionale Santi Cirillo e Metodio e la Turchia. Nel comunicato finale, il Ccee si sofferma sulla situazione vissuta dalle comunità arabofone, quelle dei cattolici di rito orientale, quelle siro-ortodosse, caldee e quelle cattoliche latine. “Pur presenti nel 1923” - si legge nel comunicato, ripreso dal Sir - queste comunità “non sono state riconosciute come minoranze e, quindi, non hanno mai, fino ad oggi, goduto di personalità giuridica. Questo mancato riconoscimento ha avuto come conseguenza una forte restrizione dell’autonomia di gestione delle comunità religiose negli ambiti non soltanto amministrativi ed economici ma anche pastorali e spirituali”. Il Ccee evidenzia inoltre che “l’ultimo monitoraggio sulla Turchia prodotto in vista del suo possibile ingresso come Paese membro dell’Unione europea (ottobre 2008), ha evidenziato che la libertà religiosa, invece, in questo Paese è progredita assai poco”. Proprio perché “Chiese minoritarie e in paesi a maggioranza ortodossa o musulmana”, i vescovi del Sud-Est Europa auspicano - nelle conclusioni finali – “un maggior coinvolgimento sia nel dialogo con le rispettive chiese ortodosse svolto dal Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, come pure nel dialogo con l’Islam promosso dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso”. (V.V.)







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