2009-03-07 15:26:09

La campagna di Ecpat contro il turismo sessuale


Educare al turismo responsabile, fare prevenzione, creare un dialogo con le istituzioni ma anche esercitare una maggiore pressione mediatica, sociale, legislativa per difendere i bambini da ogni forma di sfruttamento. Questi alcuni degli obiettivi della campagna di sensibilizzazione lanciata da Ecpat (End child prostitution pornography and trafficking) intitolata “Da schiavi a bambini” per contrastare il terribile fenomeno del turismo sessuale, offrendo in modo concreto ai minori che vivono nei paesi poveri protezione e tutela dei loro diritti. Il servizio di Cecilia Seppia:RealAudioMP3

Rapiti dalle mafie, venduti dalle stesse famiglie di appartenenza ad organizzazioni criminali, spesso adescati in modo del tutto inconsapevole, i bambini che ogni anno finiscono nel mercato del sesso sono circa 3 milioni. Per lo più si tratta di ragazzine di età compresa tra i 5 e i 17 anni. Un macabro giro di affari da 250 miliardi di dollari, che vede tra i Paesi maggiormente coinvolti Kenya, Filippine, Sudafrica, Costa Rica e Repubblica Dominicana: qui il turismo sessuale è davvero un terribile business, che continua ad aumentare sostenuto da una diffusa tolleranza sociale, legata all’ingente povertà delle famiglie e del Paese stesso, che vede il contrasto del fenomeno persino come una minaccia all’economia nazionale. Perla Goseco, direttore turismo Ecpat:

 
“Dobbiamo puntare sul cambiamento culturale nei Paesi da cui provengono i turisti, come Italia, Germania, Austria, e un cambiamento culturale anche nei Paesi di destinazione. Qui parliamo della domanda che parte dai Paesi più ricchi e dell’offerta che esiste nei Paesi di destinazione: se cala la domanda cala anche l’offerta”.

 
Ogni anno sono moltissimi i viaggiatori occidentali, per lo più giovani, colti, medio-reddito, che partono per mesi con l’intento di praticare turismo sessuale. L’Italia con 80 mila predatori, è in testa alle classifiche, insieme a Germania, Francia, Regno Unito, Per questo Ecpat lancia un allarme, chiedendo la cooperazione tra i governi, gli operatori del mondo del turismo e le ONG per riuscire a creare una rete capillare in grado di arginare il fenomeno. Yasmine Abo-Loha, coordinatrice progetti Ecpat-italia:

 
“Quello che va fatto è stipulare un maggior numero di accordi bilaterali e ci vuole anche una maggiore comunicazione e collaborazione tra le polizie internazionali. Bisogna cercare di creare dei nuclei operativi. E’questo quello che manca perché c’è effettivamente chi ha voglia di denunciare, ma poi si trova solo perché non trova nessuno dall’altra parte che lo ascolta”.

 
Queste sono le urgenze non più rinviabili per garantire ai bambini protezione dallo sfruttamento sessuale, per ridare loro libertà e dignità, perché da schiavi, tornino ad essere bambini.







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