Il cardinale Vallini: la visita del Papa in Campidoglio ha un alto valore simbolico
Lunedì prossimo 9 marzo Benedetto XVI si recherà in visita in Campidoglio. Il Papa
sarà accolto poco prima delle 11.00 dal Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e terrà
il suo discorso durante una seduta straordinaria del Consiglio comunale. Quindi saluterà
i cittadini presenti in Piazza del Campidoglio dalla Loggia del Palazzo Senatorio.
Subito dopo, la visita al vicino Monastero di Santa Francesca Romana a Tor de’ Specchi.
Sul significato della visita del Papa in Campidoglio ascoltiamo il cardinale
vicario Agostino Vallini, al microfono di Luca Collodi:
R. – Questi
incontri del Santo Padre con il suo popolo certamente lo incoraggiano, lo sostengono.
I romani vogliono molto bene al Papa e dunque ogni sua presenza, e soprattutto una
iniziativa come questa – la visita in Campidoglio, che ha un alto valore simbolico
– certamente è molto gradita.
D. – Cardinale Vallini,
la Chiesa da sempre è una risorsa per Roma. Come può migliorare questo suo ruolo?
R.
– La comunità cristiana è continuamente chiamata ad interrogarsi sul suo modo di vivere
la comunione ecclesiale e la missione. Anche noi, adesso, stiamo avviando una riflessione
che abbiamo chiamato “verifica” del cammino della Chiesa di Roma – cammino ricchissimo
– di questi primi dieci anni dopo il Giubileo, la grande esperienza della Missione
cittadina che lo preparò, e poi i programmi pastorali indetti dal cardinale Ruini
… La Chiesa di Roma è – come la chiamò il cardinale Ruini – un laboratorio, è un cantiere
aperto; un cantiere aperto di riflessione, di approfondimento, di esperienza pastorale,
di grandi successi ma anche di problematiche che sfidano sempre a rivedere anche il
nostro cammino. Io penso che l’esperienza ecclesiale di Roma sia una grandissima risorsa
riconosciuta da tutti: questo ci dice anche della responsabilità che abbiamo. D’altra
parte, il nostro non è un lavoro solo di organizzazione: è un’opera che il Signore
conduce attraverso la Chiesa e il Signore è all’opera perché questa città che ha una
grande funzione di esemplarità per il mondo intero – il suo vescovo è il Romano Pontefice,
il Pastore universale della Chiesa – deve curare molto il suo crescere nell’esperienza
del Signore che trasforma i cuori e insieme anche l’impegno della testimonianza, del
servizio, della missione.
D. – Come sta cambiando
la società romana?
R. – Tutti dicono – dalle analisi
dei sociologi alle esperienze che facciamo – che indubbiamente Roma sta cambiando,
continuerà a cambiare, è già molto cambiata rispetto a 10-15 anni fa. Il centro storico
si svuota, la gente non ci abita, ma ci vive; nei grandi quartieri di periferia, le
borgate, la gente ci abita ma non ci vive … Roma cambia ma anche la Chiesa fa un lavoro
di riflessione, progettazione perché possa essere sempre adeguata alla missione che
il Signore le affida.
D. – La speranza passa anche
attraverso un atteggiamento missionario della Chiesa romana...
R.
– Naturalmente. Il cuore della speranza cristiana è l’annuncio cristiano: viviamo
il tempo della Quaresima, ci prepariamo a rivivere sacramentalmente il mistero della
Pasqua … Tutto questo vuol dire che il Signore opera nella storia e la storia ha in
sé le premesse per accogliere la grazia dello Spirito di Cristo risorto e superare
le sue difficoltà, manifestando la novità della vita. (Montaggio a cura
di Maria Brigini)