I vescovi del Paraguay: rischio di anarchia nel Paese
“Accogliendo l’invito di Benedetto XVI che ci incoraggia a fare della volontà di Dio
il nostro cammino”, occorre vivere “questo tempo di Quaresima come tempo di conversione”
per “trovare nella “Parola di Dio” la forza necessaria per affrontare “la stanchezza
e la mancanza di speranza”. E’ quanto scrivono i vescovi del Paraguay al termine,
ieri, della loro 184.ma Assemblea Plenaria. “La Quaresima - si legge nel documento
- è un’opportunità per guardare alle sfide nazionali nell’ottica di una spiritualità,
frutto della nostra conversione” che ci aiuti ad esprimerci “nell’impegno dell’amore
verso gli altri”. I presuli riflettono sulle molteplici cause che “generano disorientamento
nella popolazione: le resistenze al rinnovamento, il rapporto precario tra gli attori
politici e sociali e la crisi economica”. “Crisi – aggiungono i vescovi - che limita
ulteriormente la già scarsa disponibilità di risorse” per far fronte alle situazioni
più gravi, “in particolare, i 600 mila bambini malnutriti”, così come le persone
senza lavoro e servizi sanitari di basi. Si tratta di una situazione - spiegano i
vescovi - che “si ripercuote anche sul sostentamento dell’azione pastorale”. Stando
così le cose, il Paese ha bisogno di “una chiara direzione nazionale”, poiché altrimenti
“le aspettative scelte dal popolo possono portare”, se incompiute, “all’anarchia con
serie conseguenze politiche e sociali”. Prima di trattare le principali sfide pastorali,
i presuli paraguaini ritengono, comunque, che sia importante sottolineare alcune sfide
urgenti come, per esempio, la ricerca di una maggiore sovranità energetica. Altre
sfide riguardano la ricerca di un modello di sviluppo sostenibile, la lotta contro
il disboscamento (in particolare della regione del Chaco), una riforma agraria integrale
e partecipativa, la riforma del potere giudiziario e la lotta contro ogni tipo di
corruzione. I presuli ribadiscono anche che si deve essere chiari e decisi contro
ogni pretesa di legalizzare la marijuana e mettere in atto politiche socio-economiche
in favore dei più deboli e non protetti. Si deve superare l’assistenzialismo e il
clientelismo, gettando quindi le basi per un’economia solidale. Nell’ambito delle
sfide ecclesiali, i vescovi del Paraguay ricordano ancora una volta quanto sia urgente
“una maggiore coerenza nella vita e nella comunione” dei cristiani. Perciò ritengono
che “la Missione continentale sia una grande sfida lanciata alla coscienza di ciascuno
nella prospettiva della conversione personale nonché ai compiti, pastorali ed ecclesiali,
che realizzino una Chiesa autenticamente missionaria”. La Quaresima, osservano, “non
si può limitare solo ad atti esterni”: deve portare ciascuno “a volgere il proprio
sguardo verso Dio, ricco di misericordia e perdono, ascoltando la sua Parola”. Se
autentici “discepoli e missionari di Gesù”, dobbiamo essere capaci “come frutto della
nostra conversione personale e sociale a sostenere e fomentare il bene comune, la
dignità della persona, la salvaguardia del patriottismo e della democrazia”. Lo Stato
ha degli obblighi precisi - spiegano i vescovi - e si appellano alle autorità affinché
offra “una conduzione certa per superare l’ignoranza, la povertà e la corruzione”.
Compiti nei quali, precisano, si dovrebbero sentire coinvolti fattivamente tutti i
protagonisti sociali e politici della nazione. I presuli, invocando la protezione
di Nostra Signora Immacolata di Caucupé e di San Roque González de Santa Cruz, si
congedano auspicando che quest’anno, dedicato alla comunione, aiuti tutti a crescere
come testimoni di santità e dunque, in quanto discepolo-missionario, ciascuno in Cristo
sia coerente nella sua vita. “Siamo in marcia verso cambiamenti sociali in favore
del nostro popolo e ci siamo impegnati anche nella conversione pastorale per fare
della nostra un Chiesa sempre più missionaria”. (A cura di Luis Badilla)