Gli Usa rilanciano i rapporti con Russia, Ue e Paesi mediorientali
Si conclude oggi, con l’ultima tappa nella capitale turca Ankara, il tour di Hillary
Clinton in Medio Oriente ed Europa. Numerosi ed importanti i temi toccati dal nuovo
segretario di Stato nel corso delle varie tappe. Ieri il rilancio dei rapporti con
Mosca, attraverso l’incontro con il ministro degli Esteri russo Lavrov, che ha sancito
l’inizio delle trattative per un accordo sul disarmo. Nei giorni scorsi, l’impegno
ribadito per la pace tra israeliani e palestinesi, la mano tesa all’Iran, la strategia
militare in Afghanistan e la collaborazione con il Vecchio Continente. L’amministrazione
americana, in sostanza, ha voluto sottolineare anche in questa occasione la discontinuità
con l’era Bush. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Giuseppe Mammarella,
professore di relazioni internazionali presso la Stanford University:
R. – Penso
che sia una discontinuità reale, oltretutto anche suggerita dalle nuove situazioni
che riguardano non solo gli Stati Uniti ma tutto il mondo. La crisi farà sentire i
suoi effetti. Comunque, a prescindere da questo, dopo l’esperienza dell’Iraq e, quella
ancora in corso, dell’Afghanistan, non credo che nella politica estera americana,
da ora in poi, ci sarà più diplomazia, cioè più politica diplomatica, più compromesso
- diciamo - e meno forse ricorso allo strumento militare. Direi che questa è un po’
anche la linea che è uscita dal dibattito durante la campagna elettorale. Però c’è
un elemento di incertezza nel futuro della politica estera americana e cioè come gli
Stati Uniti usciranno da questa crisi che, evidentemente, è una crisi che ricrea nuovi
equilibri nel mondo. Quindi, credo che, dopo una prima fase, che è quella in corso,
l’America dovrà, all’indomani della fine della crisi, riproporsi una politica estera
diversa.
D. – La politica estera americana sembra
indirizzata verso il dialogo su tutti i fronti. Si può prevedere un cambiamento di
rotta su qualcuno di questi fronti?
R. – Certamente
un cambiamento nei confronti di Israele perché credo che la sua amministrazione sia
lucidamente cosciente che attraverso la soluzione del problema palestinese israeliano
si pongano le condizioni per la soluzione di altri problemi, tra cui quello stesso
dei rapporti con l’Iran.
D. – A parte le intenzioni
della nuova amministrazione, quanto la difficile eredità di Bush influirà concretamente
sul futuro della politica estera americana?
R. –
Certamente, il nuovo corso della politica estera americana potrebbe far dimenticare,
in una certa misura, gli errori di Bush. Come dicevo prima, c’è questo fattore, il
fattore della crisi che va valutato per quello che possono essere le sue conseguenze
sul piano della politica estera, soprattutto nel quadro di un diverso equilibrio internazionale.
L’America si sta svenando letteralmente per cercare di bloccare la crisi e quell’apparato
militare, fra l’altro, gli costa qualcosa come il cinque per cento del prodotto nazionale
lordo.
Annuncio visita Obama in Turchia Nel
corso della visita ad Ankara, il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha annunciato
che il presidente Barak Obama, andrà in Turchia entro un mese. Tra gli argomenti di
discussione sul tavolo dell’incontro tra la Clinton e il premier turco Erdogan il
Medio Oriente, l'Iraq, l'Afghanistan e la lotta al terrorismo.
Colloqui
Usa-Siria Al via a Damasco i primi colloqui tra gli emissari diplomatici statunitensi
e il ministro degli Esteri siriano, Walid al-Muallim, e il presidente, Bashar al-Assad,
dopo quattro anni di congelamento delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Jeffrey
Feltman e Daniel Shapiro, rispettivamente vice segretario di Stato ad interim per
il Medio Oriente e membro del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, esamineranno
con le autorità di Damasco ''una lunga lista di preoccupazioni'': nel 2004 l'Amministrazione
americana aveva deciso di imporre sanzioni economiche commerciali alla Siria, accusata
di sostenere il ''terrorismo'' in Iraq e di ''destabilizzare'' il Libano. Nel 2005,
Washington aveva inoltre deciso di ritirare il proprio ambasciatore. Tuttavia i due
diplomatici hanno assicurato che il presidente Obama intende usare “il dialogo come
strumento per far avanzare la politica americana nella regione” e che la Siria potrà
giocare un ruolo “importante e costruttivo”.
Iran pronto a valutare invito
Usa a conferenza sull’Afghanistan L'Iran prenderà in considerazione l'invito
degli Stati Uniti a prendere parte ad una conferenza per la stabilizzazione dell’Afghanistan.
Non si è fatta attendere dunque la risposta del governo di Teheran all’importante
apertura offerta ieri dal segretario di Stato Usa Clinton, in vista della conferenza
internazionale che dovrebbe aver luogo il 31 marzo a Bruxelles. Il portavoce del governo
ha poi spiegato che ancora nessun invito ufficiale è ancora arrivato dagli Usa o da
altri Paesi. ''Per noi - ha tuttavia sottolineato - la sicurezza, lo sviluppo e la
stabilità dell’Afghanistan sono molto importanti. L'Iran non risparmierà alcuno sforzo
per aiutare il popolo afghano''.
Afghanistan Il presidente afghano,
Hamid Karzai, ha annunciato oggi di aver approvato la decisione della commissione
elettorale di tenere il 20 agosto prossimo le elezioni presidenziali, come richiesto
anche dalla coalizione internazionale per consentire il dispiegamento di nuove truppe.
Il presidente afghano ha fatto marcia indietro rispetto a una settimana fa, quando
aveva firmato un decreto che domandava le elezioni per il 21 aprile. Karzai rimarrà
comunque in carica fino al voto di agosto sebbene il suo mandato scada a maggio. Gli
oppositori avevano invece chiesto che fino ad agosto entrasse in carica un'autorità
provvisoria, perché ritengono che vi sia il rischio di un controllo e di un eventuale
manipolazione dei risultati da parte dell’attuale presidenza.
Pakistan Ennesimo
attentato terroristico in Pakistan dove sette membri delle forze di sicurezza e tre
civili sono rimasti uccisi questa mattina in seguito all’esplosione di un’autobomba
alla periferia di Peshawar. Secondo alcune testimonianze, la pattuglia sarebbe stata
attirata con uno stratagemma vicino al veicolo, parcheggiato con 30 chili di esplosivo
all’interno.
Corea del Nord Gli Stati Uniti vogliono dialogare con
la Corea del Nord. Sono le dichiarazioni del nuovo inviato americano a Pyongyang,
Stephen Bosworth, che giungono dopo l’annuncio del regime comunista del lancio imminente
di un satellite di comunicazione, definito in realtà da Seul e Washington un missile
di lunga gittata. Il nuovo segnale di apertura arriva nonostante ieri a Tokyo l'emissario
americano aveva esortato Pyongyang a rinunciare al previsto lancio del razzo, ''sia
esso un satellite o un missile”.
Cina-Dalai Lama Nessuno Stato permetta
al Dalai Lama di usare il territorio del proprio Stato per azioni che favoriscano
la separazione del Tibet dalla Cina. Così recita il duro monito del ministro degli
Esteri cinese, Yang Jiechi, in vista di alcune ricorrenze che fanno temere alle autorità
di Pechino nuove ondate di proteste degli attivisti pro-Tibet. Il capo della diplomazia
cinese ha poi accusato il Dalai Lama di voler creare un Grande Tibet che comprenda
un quarto dell'intero territorio cinese. In questi giorni cadono il 50.mo anniversario
dell'esilio del Dalai Lama, martedì prossimo, e il primo anniversario della rivolta
scoppiata il 14 marzo scorso a Lhasa, con decine di morti.
Russia: agguato
a giornalista Ancora una grave aggressione ai danni di un giornalista in Russia.
La vittima, Vadim Rogozhin, direttore di una holding che raggruppa vari media locali,
versa in gravi condizioni dopo essere stato picchiato violentemente davanti al portone
di casa, giovedì sera a Saratov, grande città industriale sul Volga. Secondo i colleghi,
il giornalista non ha mai avuto interessi finanziari o di business, e quindi l'aggressione
andrebbe collegata con la sua attività professionale e i suoi recenti articoli sul
sistema giudiziario e amministrativo locale. L'altro ieri un altro giornalista era
stato aggredito e gravemente ferito a coltellate a Bishkek, capitale del Kirghizistan.
Algeria Resta
alta la tensione nella turbolenta regione algerina della Cabilia. Questa mattina un
attentatore suicida si è fatto esplodere davanti all’ingresso di una caserma a 20
km ad ovest di Tizi Ouzou, provocando due morti e almeno dieci feriti. Nella regione
si sta verificando un incremento degli attacchi dei ribelli islamici con l’approssimarsi
delle elezioni presidenziali del prossimo 9 aprile. Solo nel mese di febbraio si sono
registrare 33 vittime.
ColombiaUna grave esplosione avvenuta nel dipartimento
centrale di Meta in Colombia ha provocato la morte di cinque militari e il ferimento
di altri 8. I soldati stavano ispezionando un deposito di armi delle Farc, le Forze
armate rivoluzionarie della Colombia, quando si è verificata la deflagrazione, probabilmente
provocata. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 66
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