Rapporto della Fao: i cambiamenti climatici stanno modificando il settore della pesca
Il cambiamento climatico mette a rischio la produzione di pesce e sta già modificando
la distribuzione sia delle specie marine sia di quelle di acqua dolce, “influenzando
la stagionalità dei processi biologici, alterando i sistemi alimentari marini, con
conseguenze imprevedibili per la produzione di pesce”. A rilevarlo è il nuovo rapporto
della Fao, intitolato “Stato mondiale della pesca e dell’acquacoltura”, secondo il
quale l’industria ittica e le autorità nazionali per la pesca “devono fare di più
per prepararsi ad affrontare l’impatto che il cambiamento climatico avrà sulla pesca
mondiale”. Le specie che vivono in acque calde vengono spinte verso i poli e stanno
subendo “cambiamenti nelle dimensioni degli habitat e nella riproduttività”. Secondo
il rapporto, il 19% delle principali specie marine commerciali sono sfruttate in eccesso,
l’8% è esaurito e l’1% è in fase di recupero. Il settore della pesca sembra non conoscere
limiti di espansione. Nel 2006 è stato raggiunto un nuovo record di 143,6 milioni
di tonnellate (di cui 92 milioni da pesca da cattura e i restanti 51,6 da acquacoltura)
e le aree in cui si registra una maggiore produzione o sovra-produzione sono il nord
Atlantico, l’Oceano Indiano occidentale e il nord ovest del Pacifico. La flotta mondiale
conta circa 2,1 milioni di unità ma la stragrande maggioranza di queste (circa il
90%) è più piccolo di 12 metri di lunghezza. (A.L.)