L’Unesco chiede di limitare l’impatto della crisi economica sui poveri
La crisi finanziaria mondiale va ben oltre Wall Street: “ha ormai conseguenze sulla
vita delle persone più vulnerabili del pianeta”. Lo afferma uno studio dell’Unesco,
secondo il quale la flessione della crescita prevista nel 2009 “costerà ai 390 milioni
di persone che vivono in estrema povertà nell’Africa sub-sahariana, 18 miliardi di
dollari, ossia 46 dollari ciascuno”. Secondo lo studio, ripreso dal Sir, è probabile
“un aumento della mortalità infantile, compreso tra i 200 mila e i 400 mila bambini,
dovuto a malnutrizione”. “Milioni di fanciulli – dichiara Patrick Montjourides, uno
degli autori della ricerca – soffriranno di lacune cognitive irreversibili a lungo
termine”. Per questo si chiede “uno sforzo internazionale concertato per limitare
l’impatto della crisi finanziaria sui più poveri”. Tra le misure indicate, “l’aumento
di oltre 500 miliardi di dollari sui diritti speciali di prelievo del Fondo monetario
internazionale”, “riforme in materia di governance per riconoscere maggiore peso ai
Pvs” e la “richiesta all’Unione Europea di 4,6 miliardi di dollari”. “I Paesi ricchi
- osserva il direttore generale Unesco Koichiro Matsuura - non possono utilizzare
la crisi come scusa per voltare le spalle ai poveri”: sono urgenti “misure per il
rilancio della crescita e per la stabilizzazione finanziaria”. (A.L.)