2009-03-06 15:44:17

Il cardinale Dziwisz: ebrei e cattolici "custodi della memoria"


Cattolici ed ebrei devono “essere i custodi della memoria” perché con la tragedia della Shoah, “oggi ci è dato di sapere dove può arrivare la dimensione insondabile del male. Dimensione che non deve essere sminuita da nessuno”. Lo ha detto questa mattina il card. Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, aprendo nella città polacca, insieme al rabbino David Rosen, la Conferenza internazionale promossa dal “Jesuit Center for Culture and dialogue” dal titolo “Dialogo cattolico-ebraico: da dove veniamo e dove dobbiamo andare”. L’arcivescovo ha ripercorso la “più buia pagina dalla storia ebraica”, quella della Shoah, del tentativo di “cancellare sulla faccia della Terra il popolo ebraico”. E ha aggiunto: “Hitler ha designato il suolo polacco per essere il luogo di questo genocidio. Questa terra che polacchi ed ebrei hanno condiviso, nel bene e nel male, per almeno mille anni, è diventata una tomba per milioni di ebrei nelle mani dei nazisti”. Proprio in Polonia – ha detto l’arcivescovo – risuonano le parole pronunciate qualche giorno fa da Benedetto XVI che, in presenza dei rappresentanti delle organizzazioni ebraiche, ha pregato affinché “la memoria di questo terribile crimine rafforzi la nostra determinazione a sanare le ferite che per troppo tempo hanno deturpato le relazioni tra cristiani ed ebrei”. Come “figli e figlie della nostra terra polacca, siamo consapevoli che questo invito del Papa a non dimenticare, ci riguarda in modo particolare”. “Dobbiamo e vogliamo – ha proseguito l’arcivescovo di Cracovia - essere i custodi della memoria”. “Siamo consapevoli del dovere che ci chiama, a piangere eternamente per i nostri vicini ebrei del cui sangue innocente è intrisa la nostra terra”. “Ma più di ogni altra cosa, vogliamo ricordare la Shoah dei nostri fratelli e sorelle ebrei, per guardare con rispetto agli ebrei che vivono oggi. Le voci delle vittime dell'Olocausto ci ricordano soprattutto che, nonostante le differenze, noi siamo fratelli e sorelle. Vogliamo allora aprire la nostra coscienza per permettere alle voci di queste vittime innocenti, di ricordarci che tutti noi esseri umani siamo reciprocamente responsabili del destino del nostro fratello e della nostra sorella, del nostro prossimo. Vogliamo ricordare l'Olocausto, al fine di costruire relazioni fraterne tra cristiani ed ebrei”. Ricordando poi le parole pronunciate da Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma, l'arcivescovo ha affermato che “Siamo come fratelli che si sono ritrovati dopo un lungo tempo”. (R.P.)







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