Mons. Tomasi: disattesi i diritti dei rifugiati in Europa
I diritti dei rifugiati nei Paesi europei sovente disattesi: ne ha parlato mons. Silvano
Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU a Ginevra, nel suo intervento
alla 44.ma riunione, nella città elvetica, del Comitato permanente dell’Alto Commissariato
delle Nazioni Unite. Il servizio di Roberta Gisotti:
Le difficoltà
incontrate dai rifugiati per ottenere protezione e presentare domanda di asilo ed
ottenere considerazione equa delle richieste inoltrate secondo standard e procedure
internazionali. Ha puntato i riflettori – l’arcivescovo Tomasi – sulle differenze
nei vari Paesi europei nei procedimenti di asilo, differenze che preoccupano la Santa
Sede, che fa sue le stesse preoccupazioni dell’Alto Commissario dell’Onu, Antonio
Guterres, nel sottolineare che “ogni Paese, naturalmente, ha diritto di definire la
sua politica migratoria, ma le norme internazionali di protezione dei rifugiati devono
essere rispettate”. Un appello – ha detto mons. Tomasi – che merita particolare attenzione
data la tragica situazione che ha visto, durante il 2008, 1502 persone, tra le quali
presumibilmente un numero significativo in fuga da persecuzione, che hanno incontrato
la morte mentre tentavano di entrare in Europa. Da qui la richiesta del rappresentante
della Santa Sede che le politiche nazionali e internazionali e i provvedimenti legali
abbiano anzitutto “un solido fondamento nei diritti umani, il diritto alla vita in
primo luogo”.
Questo grave problema non interessa
solo l’Europa, ha aggiunto il rappresentante vaticano, notando che simili tendenze
ad opporre “barriere fisiche così come burocratiche, legislative e politiche ai richiedenti
asilo” si registrano in diversi regioni del mondo, sviluppate e in via di sviluppo.
Attenzione particolare merita inoltre il fenomeno crescente di minori soli che richiedono
asilo, “perché rivela la disperata situazione in cui versano alcune famiglie e perché
troppo spesso è risolto con un ambiguo sistema di detenzione”.
Solidale
la Santa Sede con l’impegno dell’Alto Commissariato perché l’asilo resti un’opzione
effettiva in tutti i Paesi, nonostante l’attuale crisi economica e finanziaria. Allo
stesso tempo l’arcivescovo Tomasi ha invitato tutti a riflettere sulle cause dell’emigrazione
forzata perché ad una generosa risposta umanitaria sia abbinata una politica egualmente
mirata.