Rinvenuto un nuovo documento sull'opera di Pio XII a favore degli ebrei perseguitati
dal Nazismo
Un nuovo documento, questa volta scritto, testimonia dell’opera di Pio XII in favore
degli ebrei, durante la persecuzione nazista. Si tratta di una nota estratta del “Memoriale
delle Religiose Agostiniane del Monastero dei Santissimi Quattro Coronati di Roma”.
“Il Santo Padre – si legge – vuol salvare i suoi Figli, anche gli Ebrei, e ordina
che nei Monasteri si dia ospitalità a questi perseguitati”. L’appunto, datato novembre
1943, riporta l’elenco di 24 persone accolte nel Monastero per aderire – si sottolinea
– al desiderio del Sommo Pontefice. “Una rara testimonianza”, ha commentato padre
Peter Gumpel, gesuita e autorevole storico, relatore per la causa di beatificazione
di Pio XII. Roberta Gisotti lo ha intervistato:
D. – Padre
Gumpel, quale importanza riveste questo documento? R. – Si tratta
di un documento che io stesso ho ottenuto dalle Suore Agostiniane, un documento scritto,
per questo importante. Non è l’unica testimonianza che abbiamo in tal senso. Ci sono
numerose testimonianze orali, non solo di suore, sacerdoti ma pure di altri, ma mancano
spesso dichiarazioni contemporanee scritte e questo ha dato occasioni ad alcuni -
che continuano ad attaccare Pio XII - di contestare e di dire: “Non ci sono documenti
che lui abbia mai fatto qualche cosa durante la retata degli ebrei romani il 16 ottobre
1943. Questa è una totale falsità. L’unica cosa da rilevare è che in tempi di persecuzioni
e in situazioni come allora si vivevano a Roma, una persona prudente non metteva molte
cose 'nero su bianco', perché c’era il pericolo che queste cadessero nelle mani dei
nemici e poi si prendessero misure ancora più ostili verso la Chiesa cattolica. L’opera
di salvataggio di Pio XII - attestata d’altronde anche da molte fonti ebraiche stesse
- fu fatta attraverso messaggeri personali – sacerdoti – che venivano inviati a varie
istituzioni e case cattoliche qui, a Roma, università, seminari, parrocchie, conventi
di suore, case di religiosi, sempre con il messaggio: “Aprite le vostre porte a tutti
i perseguitati dai nazisti”, ciò che valeva in primo luogo, naturalmente, per gli
ebrei. D. – Perché, allora, padre Gumpel, questa resistenza
ad accettare una verità storica già comprovata? R. – Abbiamo
a che fare con gente che, per cavillare, dice: “Noi crediamo all’opera di Pio XII
in favore degli ebrei soltanto se abbiamo un documento scritto”. Ora, due documenti
scritti esistono; uno fu inviato al vescovo di Assisi, mons. Nicolini, che lo fece
vedere al suo collaboratore, il reverendo Brugnazzi; tutti e due furono poi decorati
da Yad Vashem come “giusti tra i gentili”. Qui a Roma abbiamo invece ormai questo
documento della cronaca delle Suore Agostiniane di Clausura. Ripeto: è un’ulteriore
conferma che può essere utile nei confronti di coloro che persistentemente vogliono
denigrare Pio XII e con ciò attaccare la Chiesa cattolica. D.
– Padre Gumpel, questa ulteriore prova potrà portare avanzamenti nella causa di canonizzazione? R.
– Spero di sì! Vede, la causa di canonizzazione di Pio XII ha avuto l’ultimo verdetto
in data 9 maggio 2007, in cui 13 tra cardinali e vescovi che costituiscono il Tribunale
più alto della Congregazione delle Cause dei Santi, all’unanimità si sono pronunciati
positivamente a favore delle virtù di Papa Pio XII. Attendiamo tutt'ora la firma del
decreto da parte di Sua Santità.