Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù. Il Papa invita a ridare la vera
speranza ai giovani: Cristo
Ridare fiducia ai giovani e a tutta l’umanità, in questo tempo di crisi, facendo conoscere
a tutti che la vera grande speranza è Cristo: è quanto in sintesi afferma Benedetto
XVI nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù che quest’anno si celebrerà
a livello diocesano il 5 aprile prossimo, Domenica delle Palme. Tema del Messaggio:
“Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente” (1 Tm 4,10). Ce ne parla Sergio
Centofanti.
“La speranza
– afferma il Papa - non è solo un ideale o un sentimento, ma una persona viva: Gesù
Cristo, il Figlio di Dio”. Solo in Lui “l’essere umano trova la sua vera realizzazione”.
Benedetto XVI sottolinea il fatto che “la crisi di speranza” che oggi investe l’umanità
è “una delle conseguenze principali dell’oblio di Dio” che segna le nostre società
e “colpisce più facilmente le nuove generazioni che, in contesti socio-culturali
privi di certezze, di valori e di solidi punti di riferimento, si trovano ad affrontare
difficoltà che appaiono superiori alle loro forze”. Giovani “feriti dalla vita, condizionati
da una immaturità personale che è spesso conseguenza di un vuoto familiare, di scelte
educative permissive e libertarie e di esperienze negative e traumatiche”. Giovani
che hanno intrapreso “una fuga alienante verso comportamenti a rischio e violenti,
verso la dipendenza da droghe e alcool”. Giovani che si trovano “in condizioni penose
per aver seguito i consigli di ‘cattivi maestri’” ma che continuano a sentire “il
desiderio di amore vero e di autentica felicità”. “Come annunciare la speranza a questi
giovani?” – si chiede il Papa: “L’impegno primario che tutti ci coinvolge – scrive
- è quello di una nuova evangelizzazione, che aiuti le nuove generazioni a riscoprire
il volto autentico di Dio, che è Amore”. Il Papa invita ad essere “testimoni credibili
della speranza cristiana” sulle orme di San Paolo che è stato “interiormente trasformato
dall’Amore divino incontrato nella persona di Gesù Cristo”: è Lui che dà senso alla
vita. La speranza nasce dunque dall’incontro con Gesù: ed è Lui stesso che “si offre
a noi” anche “nell’oscurità” della nostra ricerca. Le vie per trovarlo sono “la preghiera
perseverante” - ed è più proficua la preghiera fatta insieme agli altri – e, ancora,
l’inserimento in gruppi, movimenti e itinerari di fede, l’ascolto della Parola di
Dio e l’Eucaristia attorno a cui “nasce e cresce la Chiesa, la grande famiglia dei
cristiani”.
Benedetto XVI esorta gli stessi giovani
a diffondere questa grande speranza senza scoraggiarsi di fronte a prove e difficoltà:
“siate pazienti e perseveranti – scrive – vincendo la naturale tendenza dei giovani
alla fretta, a volere tutto e subito”. “Fate scelte che manifestino la vostra fede
– aggiunge - mostrate di aver compreso le insidie dell’idolatria del denaro, dei beni
materiali, della carriera e del successo, e non lasciatevi attrarre da queste false
chimere. Non cedete alla logica dell’interesse egoistico, ma coltivate l’amore per
il prossimo … sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza
che è in voi”. La vera fede illumina la vita. Infatti - sottolinea il Papa - “il cristiano
autentico non è mai triste, anche se si trova a dover affrontare prove di vario genere,
perché la presenza di Gesù è il segreto della sua gioia e della sua pace”.
Il
Papa indica a tutti l’esempio di Maria, che “è rimasta, salda nella speranza, ai piedi
della Croce”. E alla fine del Messaggio cita San Bernardo: “Nei pericoli, nelle angustie,
nelle perplessità, pensa a Maria … invocandola non perderai la speranza ... Appoggiato
a lei non scivolerai; sotto la sua protezione non avrai paura di niente; con la sua
guida non ti stancherai; con la sua protezione giungerai a destinazione”.