2009-03-04 15:12:53

In Ungheria preoccupazione dei vescovi per i crescenti episodi di violenza


I vescovi ungheresi chiedono alle autorità civili di garantire “la sicurezza pubblica, la sicurezza sociale, il servizio sanitario, la tutela delle famiglie, l’insegnamento e l’educazione delle generazioni future”. In una dichiarazione pubblicata ieri, in seguito ai recenti fatti di cronaca che hanno scosso l’Ungheria, i presuli invitano “tutti coloro che sono in grado di prendere le decisioni necessarie di occuparsi delle questioni reali anziché di problemi artificialmente creati e di soluzioni attraverso i mass media”. In queste ultime settimane, due zingari, un giovane padre e il figlio di 5 anni, sono stati uccisi da ignoti che hanno dato fuoco alla loro casa, mentre sono stati degli zingari ad uccidere un giocatore di pallamano, di origine romena, e a ferire gravemente anche altri due giocatori. Di fronte a questa serie di atti di violenza la Conferenza episcopale ungherese ha voluto esprimere la propria vicinanza ai familiari delle vittime mostrando preoccupazione per “la serie di provocazioni che cerca di far apparire gli ungheresi come razzisti. Per questo scopo – si legge nella dichiarazione – alcuni arrivano ad organizzare finte sfilate senza un vero appoggio da parte della società, sotto insegne che rimandano ad estremismi. Siamo convinti che queste azioni non fanno che deviare l’attenzione dai problemi veri”. Attraverso la loro dichiarazione, i vescovi ungheresi hanno però voluto ricordare che anche in tale clima la Chiesa, “in vista della sua missione ricevuta da Gesù Cristo continua ad annunciare la Buona Novella, a servire la pace, la riconciliazione e il bene pubblico”. Nei tristi eventi di questi giorni vi è chi scorge lo sfondo della sempre più critica situazione economica, della scarsa sicurezza pubblica e del dramma della disoccupazione che molti cercano di risolvere nella criminalità. Anche la Chiesa Luterana Ungherese ha rilasciato una dichiarazione che fa appello alla responsabilità dei dirigenti del Paese e alla coscienza e responsabilità di ogni singola persona. Per Gusztáv Bölcskei, presidente del Consiglio della Chiesa Calvinista Ungherese “la situazione attuale è la conseguenza di una serie di omissioni, il risultato di un processo pluridecennale di disgregazione delle comunità, in cui la politica e lo Stato, le persone che esercitano il potere, hanno la responsabilità più grave. Oggi – afferma Bölcskei – sono necessarie una politica ed un’azione governativa che abbiano al loro centro la persona umana e la società e non servano solamente a scopi egoistici di breve durata”. (T.C.)







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