Il cardinale Vithayathil: il futuro governo indiano promuova la libertà religiosa
Il futuro governo “scoraggi il fondamentalismo religioso” e promuova “la libertà di
professare e praticare la fede come garantito dalla Costituzione indiana”. E’ quanto
auspica il cardinale Varkey Vithayathil, presidente della Conferenza Episcopale dell’India
in vista delle elezioni generali del prossimo aprile. “Sono momenti critici per il
Paese - afferma il porporato ad AsiaNews - e la Chiesa pur non sostenendo partiti
politici, ha l’obbligo morale di assicurarsi che il nostro popolo voti per chi garantirà
la sovranità democratica e le credenziali laiche della nostra amata patria”. Secondo
il cardinale le condizioni di discriminazione in cui sono costretti a vivere i dalit
cristiani, rispetto ai pari casta delle altre religioni, è uno dei punti a cui il
prossimo governo “dovrebbe immediatamente porre rimedio”. Circa 714 milioni di persone
saranno chiamate alle urne per rinnovare la Camera del popolo. Si tratta di un appuntamento
cruciale: nel Paese infatti si registra una situazione critica sui versanti economico,
politico e sociale. L’80% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno e
la crisi globale sta avendo forti ripercussioni sul Paese: le tensioni sociali si
manifestano in diffusi episodi di intolleranza che colpiscono soprattutto le minoranze
e le fasce più deboli della popolazione. A questi episodi si aggiungono le tensioni
legate agli attacchi terroristici di Mumbai. E’ un insieme di elementi che rendono
la consultazione di aprile un banco di prova decisivo per il futuro democratico del
Paese. (A.L.)