Pakistan. Attentato contro la nazionale di cricket dello Sri Lanka
Sono ore di tensione quelle che si stanno vivendo in Pakistan, dopo l’attentato di
questa mattina a Lahore contro un autobus sul quale viaggiava la squadra di cricket
dello Sri Lanka. Il bilancio, ancora provvisorio, parla di 6 morti e 5 feriti. L’agguato
è avvenuto nei pressi dello stadio di Lahore, dov’era in programma una partita tra
la selezione pakistana e quella cingalese, in un momento in cui nel nordest dello
Sri Lanka è in corso un’offensiva dell’esercito di Colombo contro i ribelli Tamil.
Sul significato di questo atto di violenza, Giada Aquilino ha chiesto un'opinione
a Emanuele Giordana, direttore dell’Associazione giornalistica Lettera 22:
R. - Si possono
seguire due piste. Una è che questo attentato sia da attribuire alle Tigri Tamil,
le quali - in difficoltà nel loro territorio - attaccano la squadra nazionale. Credo
sia la teoria che forse gli srilankesi tenderanno a privilegiare. Un’altra ipotesi
è quella che vede il Pakistan come territorio destabilizzato e di destabilizzazione
regionale: nel senso che si verifica un fatto non nelle aree tribali o nella Valle
dello Swat, al confine con l’Afghanistan, che sono le aree destabilizzate tradizionali,
ma nel cuore del Paese, cioè nel Punjab, nella provincia che produce i quadri dell’esercito
e i funzionari pubblici. Questa è la tesi che sembrerebbe emergere dalle autorità
pakistane, che fanno in parallelo anche con l’azione di Mumbai.
D.
- Perché si parla così frequentemente di un’area di destabilizzazione terreno fertile
per le azioni terroristiche?
R. - Quello che emerge,
in maniera evidente, è che il Pakistan sta diventando un territorio di esercizio del
terrorismo internazionale e anche dei giochi cosiddetti "nascosti" dei Servizi segreti
- forse di più di un Paese - per cui si va a colpire quello che, in realtà, è un simbolo
tradizionale anche di diplomazia politica. Perché il cricket, che è lo sport nazionale
più importante dell’India, del Pakistan e dello Srilanka, rappresenta anche una sorta
di veicolo negoziale. Si giocano le partite di cricket anche quando c’è un momento
di tensione politica forte e si vuole riavviare un negoziato. Il cricket è stato un
veicolo negoziale di molti tentativi tra l’India e il Pakistan e, quindi, ha un valore
simbolico particolare.
Grande costernazione ha suscitato l'attentato di
Lahore anche all'interno della Chiesa locale. Lydia O'Kane, della redazione
inglese della nostra emittente, ha raggiunto telefonicamente l'arcivescovo della città
pakistana, mons. Lawrence Saldanha:
R. - Naturally,
we are all deeply disturbed and shocked by the rootless and well … Ovviamente,
siamo profondamente colpiti e sconvolti da questo attacco, insensato per quanto bene
organizzato contro i giocatori di cricket dello Sri Lanka. Purtroppo, hanno perso
la vita anche cinque poliziotti nel tentativo di difenderli. Ne siamo profondamente
rattristati e porgiamo le nostre condoglianze alle famiglie dei poliziotti e preghiamo
che i feriti possano guarire presto. Credo che anche uno degli attentatori sia stato
gravemente ferito: non so come stia adesso. Anche questo è per noi motivo di disorientamento.
Siamo sconvolti e rattristati per quello che è accaduto.
D.
- Quando si pensa allo sport come a un qualcosa che sia al di sopra della violenza
mai si penserebbe che perfino degli atleti possano essere presi di mira: è insolito,
non è così?
R. - It’s very very unusual, because
the Srilankans are very popular here! … E’ davvero inusuale, considerando
soprattutto che i cingalesi qui sono molto popolari. Hanno sempre avuto un ottimo
rapporto con il pubblico perché sono molto sportivi. Inoltre sono asiatici, per cui
ci sono delle affinità tra noi e loro… insomma, erano ben visti. Ed è stato proprio
per questo che sono venuti in Pakistan: volevano fare questa visita ed è stato un
gesto molto positivo. Molti Paesi si sono tirati indietro, mentre loro sono venuti
proprio per mantenere e rafforzare dei buoni rapporti sportivi. Il Pakistan, infatti,
da anni non ha più giocato una amichevole. Ecco perché, a maggior ragione, questo
attacco ci ha sorpresi. (Traduzione a cura di Gloria Fontana)