2009-03-02 15:26:29

Usa: l'arcivescovo di Gulu parla del Sinodo per l'Africa


"Il secondo Sinodo per l’Africa sarà per i vescovi del continente un’occasione per focalizzare l’attenzione sui bisogni più pressanti dei popoli africani: la fame, la fine delle violenze delle milizie armate e il sottosviluppo che ostacolano l’opera di evangelizzazione e di riconciliazione delle Chiese locali". Ad affermarlo è stato mons. Jean Baptiste Odama, arcivescovo di Gulu, in Uganda, ospite nei giorni scorsi a Washington dell’annuale incontro nazionale dei responsabili diocesani di pastorale sociale degli Stati Uniti. Di fronte ad una platea di più di 500 persone – riferisce l’agenzia Cns - il presule ugandese ha tracciato un quadro delle attuali emergenze e sfide del continente e del suo Paese alla luce del tema scelto per l’incontro di ottobre: “La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace”. “Il Sinodo – ha detto - giunge in un momento in cui l’Africa in generale, e l’Uganda in particolare, hanno disperatamente bisogno di riconciliazione, giustizia e pace”. Una pace che si può raggiungere solo attraverso lo sviluppo: “Finché gli africani non potranno vivere in modo dignitoso, questo continente non potrà mai raggiungere la stabilità politica o vincere gli effetti devastanti della povertà”. D’altra parte, ha rilevato mons. Odama, “il grande flusso di aiuti dall’estero ha avuto effetti poco tangibili” sui popoli africani: nonostante questi aiuti, infatti, le loro condizioni di vita peggiorano, i servizi sociali si riducono, mentre si diffonde l’Aids, continuano le violazioni dei diritti umani e i conflitti perpetuati dai mercanti di armi. Questa drammatica situazione – ha evidenziato l’arcivescovo - è un ostacolo all’opera di servizio, evangelizzazione e riconciliazione della Chiesa e non potrà quindi essere ignorata dai lavori del Sinodo. Egli ha quindi invitato gli operatori della pastorale sociale americani a dare il loro contributo ad una più efficace difesa e promozione della dignità umana in Africa con un’intensa azione di lobbying, in particolare per la riforma della distribuzione degli aiuti allo sviluppo, ma soprattutto per fermare il turpe mercato delle armi che continua ad alimentare i conflitti nel continente. (L.Z.)







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