Usa: l'arcivescovo di Gulu parla del Sinodo per l'Africa
"Il secondo Sinodo per l’Africa sarà per i vescovi del continente un’occasione per
focalizzare l’attenzione sui bisogni più pressanti dei popoli africani: la fame, la
fine delle violenze delle milizie armate e il sottosviluppo che ostacolano l’opera
di evangelizzazione e di riconciliazione delle Chiese locali". Ad affermarlo è stato
mons. Jean Baptiste Odama, arcivescovo di Gulu, in Uganda, ospite nei giorni scorsi
a Washington dell’annuale incontro nazionale dei responsabili diocesani di pastorale
sociale degli Stati Uniti. Di fronte ad una platea di più di 500 persone – riferisce
l’agenzia Cns - il presule ugandese ha tracciato un quadro delle attuali emergenze
e sfide del continente e del suo Paese alla luce del tema scelto per l’incontro di
ottobre: “La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e
della pace”. “Il Sinodo – ha detto - giunge in un momento in cui l’Africa in generale,
e l’Uganda in particolare, hanno disperatamente bisogno di riconciliazione, giustizia
e pace”. Una pace che si può raggiungere solo attraverso lo sviluppo: “Finché gli
africani non potranno vivere in modo dignitoso, questo continente non potrà mai raggiungere
la stabilità politica o vincere gli effetti devastanti della povertà”. D’altra parte,
ha rilevato mons. Odama, “il grande flusso di aiuti dall’estero ha avuto effetti poco
tangibili” sui popoli africani: nonostante questi aiuti, infatti, le loro condizioni
di vita peggiorano, i servizi sociali si riducono, mentre si diffonde l’Aids, continuano
le violazioni dei diritti umani e i conflitti perpetuati dai mercanti di armi. Questa
drammatica situazione – ha evidenziato l’arcivescovo - è un ostacolo all’opera di
servizio, evangelizzazione e riconciliazione della Chiesa e non potrà quindi essere
ignorata dai lavori del Sinodo. Egli ha quindi invitato gli operatori della pastorale
sociale americani a dare il loro contributo ad una più efficace difesa e promozione
della dignità umana in Africa con un’intensa azione di lobbying, in particolare per
la riforma della distribuzione degli aiuti allo sviluppo, ma soprattutto per fermare
il turpe mercato delle armi che continua ad alimentare i conflitti nel continente.
(L.Z.)