Sri Lanka: deciso il rinvio della discussione della legge anti-conversioni
Di fronte alla forte opposizione dei cristiani in Sri Lanka, il Parlamento di Colombo
ha deciso di rinviare il dibattito in aula della controversa legge anti-conversione
presentata da un partito di monaci buddisti. La commissione parlamentare incaricata
di esaminare il testo, ha riconosciuto che la sua promulgazione potrebbe avere gravi
conseguenze per la pace religiosa nel Paese rilevando profili di incostituzionalità
in alcuni punti del provvedimento. “Dobbiamo a tutti i costi evitare un conflitto
tra cristiani e buddisti”, ha dichiarato giovedì all’Ucan, citata dall’agenzia Eglises
d’Asie, uno dei membri della commissione, il deputato cattolico Joseph Michael Perera.
Da parte sua, il Ministro per gli Affari Religiosi Pandu Bandaranayake, ha confermato
che i cristiani avevano chiesto chiarimenti sui punti più controversi della legge
e proposto alcuni emendamenti il cui esame è stato affidato a una commissione consultiva
dipendete dal Ministero. Una scelta contestata dal monaco buddista Athureliya Rathana
Thero capofila del partito estremista buddista “Jathika Hela Urumaya” (JHU, Pura eredità
nazionale cingalese), all’origine del progetto presentato più volte dal 2004 e regolarmente
bocciato dai tribunali, perché in contrasto con la libertà religiosa sancita dalla
Costituzione. I timori maggiori dei cristiani riguardano le attività caritative e
umanitarie, perché potrebbero essere interpretate come proselitismo. In questo senso
si è espresso, tra gli altri, mons. Norbert Andradi, segretario generale della Conferenza
episcopale srilankese, che insieme all’episcopato e ai leader di altre confessioni
cristiane, ha denunciato il carattere potenzialmente liberticida della legge. (L.Z.)