Rapporto della Fao sullo stato mondiale della pesca e dell’acquacultura
La Fao ha presentato oggi il suo nuovo rapporto su “Lo stato mondiale della pesca
e dell’acquacultura” (Sofia), in concomitanta con l’avvio dei lavori del Comitato
internazionale per la Pesca (Cofi), che vede riuniti a Roma rappresentanti di oltre
80 Paesi. L'industria ittica e le autorità nazionali per la pesca – dichiara l’agenzia
dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura - devono fare di più per capire e prepararsi
ad affrontare l'impatto che il cambiamento climatico avrà sulla pesca mondiale. Le
pratiche di pesca responsabile, già individuate - devono essere realizzate in misura
più vasta, di quanto non lo siano oggi, sollecita Kevern Cochrane, uno degli autori
del rapporto Sofia. "Il messaggio per gli addetti e per le autorità del settore ittico
è chiaro: - aggiunge Cochrane - attenetevi alle migliori pratiche, come quelle contenute
nel Codice di condotta per una pesca responsabile della Fao, ed avrete già fatto un
passo importante per mitigare gli effetti del cambiamento climatico". Cambiamento
climatico che sta già modificando la distribuzione sia delle specie marine sia di
quelle d'acqua dolce. Le specie che vivono in acque calde vengono spinte verso i poli
e stanno mutando nelle dimensioni degli habitat e nella riproduttività. Il cambiamento
climatico sta inoltre influenzando la stagionalità dei processi biologici, alterando
i sistemi alimentari marini e d'acqua dolce, con conseguenze imprevedibili per la
produzione di pesce. Per le comunità che dipendono prevalentemente dalla pesca, ogni
riduzione della disponibilità locale di pesce od aumento dell'instabilità delle loro
condizioni di vita porrà dei seri problemi. Sforzi urgenti sono dunque necessari -
secondo gli esperti della Fao - per aiutare le comunità che dipendono dalla pesca
e dall'acquacultura, specie le più vulnerabili, a rafforzare la loro resistenza all'impatto
del cambiamento climatico. (R.G.)