L’arcivescovo Ruppi sulle parole del Papa all’Angelus: rinnovare la fede negli angeli,
guida sicura per la nostra vita
“Toglieremmo una parte notevole del Vangelo, se lasciassimo da parte” gli angeli “questi
esseri inviati da Dio, i quali annunciano la sua presenza fra di noi e ne sono un
segno”: Benedetto XVI ha sottolineato così, all’Angelus di ieri, l’importanza degli
angeli nella nostra vita. Commentando il Vangelo di ieri, il Pontefice ha inoltre
ricordato che quando Gesù viene tentato da satana nel deserto, appaiono gli angeli
inviati da Dio per servirlo. “Invochiamoli spesso – è stata l’esortazione del Papa
- perché ci sostengano nell’impegno di seguire Gesù fino a identificarci con Lui”.
Sulle parole di Benedetto XVI, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione
dell’arcivescovo di Lecce, Cosmo Francesco Ruppi:
R. – Sono
contento che il Papa ieri abbia parlato dell’angelo – l’angelo tentatore, ma anche
l’angelo inviato di Dio – perché si è perduta, negli ultimi tempi, proprio la fede
negli Angeli custodi, negli Arcangeli … Gli angeli fanno parte anche del tessuto teologico,
fanno parte della Rivelazione. Gli angeli, soprattutto per noi cristiani, sono angeli
che ci guidano …
D. – Nel racconto della tentazione
di satana al Signore, nel deserto, il Papa ha ricordato ieri che di fronte a questa
figura oscura e tenebrosa appaiono gli angeli, figure luminose e misteriose; ancora
una volta, il male e il bene e l’uomo che è libero di scegliere …
R.
– Certamente, ha fatto bene a ricordare la lotta tra l’angelo cattivo e l’angelo buono.
Anche parlando ai sacerdoti romani, l’altro giorno, ha detto che tutto quello che
sta avvenendo nel mondo sul piano economico, sul piano finanziario, è opera del male!
E il maligno, satana, è sempre pronto non solo per tentare gli uomini ma anche per
deviare la storia di Dio. Invece, gli angeli buoni ci aiutano a camminare sulla via
del bene.
D. – Ecco: oggi alcuni fenomeni, come il
New Age, si sono appropriati, in qualche modo, degli angeli. Certo è indice di una
sete di spiritualità che disconosce però la verità di queste creature di Dio …
R.
– E’ una manifestazione di spiritualità, più che altro, di senso religioso, ma non
hanno nessuna cultura degli angeli, non hanno nessuna teologia degli angeli! Dobbiamo
chiarire che questa nuova religione – New Age – è soltanto una risposta al sentimento,
non ha nessun fondamento né teologico né spirituale.
D.
– Da bambini, le mamme insegnano – forse insegnavano – ai propri piccoli la preghiera
dell’Angelo custode, poi crescendo spesso si perde questa preghiera, questa invocazione
agli angeli. Vale la pena di riscoprirla …
R. – Mia
mamma insegnava sempre a dire l’Angelo custode, e anche io nel Rosario che dico, aggiungo
sempre al Padre Nostro "l’Angelo di Dio che sei il mio custode". Dobbiamo essere veramente
consapevoli che ognuno di noi è affidato all’Angelo di Dio: non lo vediamo, ma noi
siamo certi di essere guidati dall’angelo.
D. – Anche
perché forse oggi c’è un restringimento del cuore, a volte, nel non aprirsi a creature
come quelle degli angeli … Si direbbe, le cose visibili che prendono il sopravvento
su quelle invisibili, sulle creature invisibili …
R.
– C’è molto materialismo, non si ha la capacità di alzare gli occhi e vedere al di
là delle nuvole o al di là del sole. Gli angeli fanno parte della fede e chi ha fede
vede gli angeli, vede Dio! Quando noi celebriamo le esequie, concludiamo sempre con
questa parola: “Gli angeli di Dio ti conducano in cielo”. E’ una speranza, ma è anche
una certezza per noi. Gli angeli di Dio ci conducano al cielo!