Il ciclone delle vendite che ha già colpito le borse asiatiche non risparmia le piazze
europee, che cedono in media il 3% nel primo giorno della settimana. L’idea che guida
gli investitori anche oggi è che la crisi economica sia ancora in una fase acuta.
Negli Usa, il governo è intervenuto con 30 miliardi di dollari a sostegno di Aig,
il primo gruppo al mondo nel settore delle assicurazioni. In Europa, il colosso bancario
britannico Hsbc, la prima banca europea per capitalizzazione, ha annunciato un aumento
di capitale da 12,5 miliardi di sterline, circa 14 miliardi di euro, dopo il crollo
degli utili del 70%, e il taglio di oltre seimila posti di lavoro negli Stati Uniti.
Alessandro Guarasci ne ha parlato con l’economista Giuseppe Viesti:
R. - La crisi
resta legata alle quotazioni delle banche. Quindi, al pericolo che nei bilanci delle
banche, principalmente anglosassoni, ci siano ancora delle perdite nascoste tali da
deprimerne il valore. È un effetto psicologico, perché ormai molte istituzioni finanziarie
quotano in borsa meno del loro valore, anche tenendo conto di questi fenomeni, ma
evidentemente ciò non basta perchè quella che domina è la preoccupazione. Ormai, da
diverse settimane questa crisi bancaria finanziaria si è trasmessa all’economia reale,
perchè si è ridotto il credito da un lato e si è ridotta la domanda dall’altro e,
quindi, siamo in un momento veramente difficile di caduta dell’attività produttiva.
D.
- Professore, quanto incide secondo lei l’intervento degli Stati Uniti, del Tesoro
americano, nei confronti di un colosso dell’assicurazione come Aig?
R. - Incide
molto, perché il segnale che ha dato davvero il via alla crisi è stato il fallimento
di Lehman Brothers. Evidentemente, l’idea che una banca d’affari di quelle dimensioni
potesse fallire ha colpito tutti profondamente e, quindi, il nuovo governo americano
sta cercando di evitare in tutti i modi che la cosa possa ripetersi. Tuttavia, le
dimensioni delle difficoltà di banche e assicurazioni americane sono estremamente
ampie, perché vengono da anni e anni di utilizzo di finanza con un rischio eccessivo
e dunque, per quanto gli interventi del governo americano siano davvero massicci come
dimensione, c’è ancora preoccupazione che non ce la faccia a salvare questi grossi
protagonisti dell’economia.
D. - Il fatto che Barak Obama abbia annunciato
anche un aumento delle tasse per i ceti più elevati può preoccupare alcuni settori
della finanza americana?
R. - Credo di no, sono due elementi completamente
diversi. L’aumento delle tasse è un aumento sul reddito futuro, invece qui stiamo
parlando di investimenti della ricchezza passata: cioè, le borse cadono perché muovono
gli investimenti della ricchezza accumulata fino ad adesso, e non fidandosi più del
mercato azionario li spostano su attività più sicure, a cominciare dai buoni del Tesoro.orse
e interventi governativi a sostegno di grandi imprese in Usa e Europa