All'Angelus appello del Papa per i lavoratori colpiti dalla crisi: a loro e alle famiglie
va data la priorità. Poi l'invito a rompere con il peccato e lottare contro le tentazioni
Il Papa all’Angelus lancia un appello in favore degli operai della Fiat di Pomigliano
d’Arco, presenti in Piazza San Pietro, e di tutti i lavoratori colpiti dall’attuale
crisi economica. Quindi, ricordando il Vangelo della prima Domenica di Quaresima -
che ci presenta Gesù nel deserto tentato da satana e servito dagli angeli - ha esortato
a rompere con il peccato e lottare contro le tentazioni invocando l’aiuto degli angeli.
Il servizio di Sergio Centofanti.
Il pensiero
del Papa va ai lavoratori dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco, presenti in
Piazza San Pietro per « manifestare la loro preoccupazione per il futuro di quella
fabbrica e delle migliaia di persone che, direttamente o indirettamente, dipendono
da essa per il loro lavoro ». E ricorda anche altre situazioni "ugualmente difficili,
come quelle che stanno affliggendo i territori del Sulcis-Iglesiente, in Sardegna,
di Prato in Toscana e di altri centri in Italia e altrove":
"Mi
associo ai vescovi e alle rispettive Chiese locali nell’esprimere vicinanza alle famiglie
interessate dal problema, e le affido nella preghiera alla protezione di Maria Santissima
e di San Giuseppe, patrono dei lavoratori. Desidero esprimere il mio incoraggiamento
alle autorità sia politiche che civili, come anche agli imprenditori, affinché con
il concorso di tutti si possa far fronte a questo delicato momento. C’è bisogno, infatti,
di comune e forte impegno, ricordando che la priorità va data ai lavoratori e alle
loro famiglie". (applausi)
Ricordando
poi il Vangelo della prima domenica di Quaresima, che ci presenta Gesù nel deserto,
il Papa invita a riscoprire il senso del digiuno che “ci aiuta a un maggior dominio
di noi stessi, a combattere il peccato, ad amare più il prossimo, e in definitiva
a compiere con più prontezza la volontà di Dio”. L’esortazione di Benedetto XVI è
a "rompere con il peccato", e a “cambiare radicalmente vita” lottando contro tutte
le tentazioni. Quindi si sofferma sul significato della permanenza di Gesù nel deserto,
tentato da satana:
“Nel deserto, luogo della prova,
come mostra l’esperienza del popolo d’Israele, appare con viva drammaticità la realtà
della kenosi, dello svuotamento di Cristo, che si è spogliato della forma di Dio (cfr
Fil 2,6-7). Lui, che non ha peccato e non può peccare, si sottomette alla prova e
perciò può compatire la nostra infermità (cfr Eb 4,15). Si lascia tentare da Satana,
l’avversario, che fin dal principio si è opposto al disegno salvifico di Dio in favore
degli uomini”. Nel deserto Gesù
è servito dagli angeli “figure luminose e misteriose”. “La presenza rassicurante dell’angelo
del Signore - ricorda il Papa - accompagna il popolo d’Israele in tutte le sue vicende
buone e cattive”:
“Cari fratelli e sorelle, toglieremmo
una parte notevole del Vangelo, se lasciassimo da parte questi esseri inviati da Dio,
i quali annunciano la sua presenza fra di noi e ne sono un segno. Invochiamoli spesso,
perché ci sostengano nell’impegno di seguire Gesù fino a identificarci con Lui. Domandiamo
loro, in particolare quest’oggi, di vegliare su di me e sui collaboratori della Curia
Romana che questo pomeriggio, come ogni anno, inizieremo la settimana di Esercizi
spirituali. Maria, Regina degli Angeli, prega per noi!”.