Inaugurata a Roma una mostra commemorativa di Alessio II
Era stata progettata qualche anno fa, per trovare ospitalità a Roma nella costruenda
Chiesa ortodossa russa di Santa Caterina d’Alessandria, come mostra celebrativa del
Patriarca Alessio II. La sua recente, improvvisa, scomparsa, l’ha fatta divenire
mostra commemorativa della sua figura e della sua missione alla guida della Chiesa
ortodossa russa nello storico passaggio dalla persecuzione comunista alla rinascita.
Un’impresa immane, di riaggregazione di fedeli e di recupero delle tradizioni religiose,
di ricostruzione di chiese in un immenso territorio, di ricomposizione delle istituzioni
e dell’unità, insieme con quelle sopravvissute lontano dalla Russia, di avvio di nuovi
rapporti con le altre Chiese cristiane, per una comune testimonianza del Vangelo in
un mondo sempre più secolarizzato. È' questo il senso dell’esposizione inaugurata
ieri nel salone della Chiesa sulle pendici del Gianicolo, a Roma, composta dalle fotografie
a colori scattate da Yuri Gripas, giornalista fotografo di una grande agenzia di stampa
inglese, nei dodici ultimi anni in cui ha avuto il privilegio di stare vicino ad Alessio
II. Un rapporto personale di cui ha dato calda testimonianza. Famose alcune foto di
questa sua mostra – la trentesima allestita in quasi altrettante nazioni – che ricordano,
fra l’altro, il primo pellegrinaggio del Patriarca a Gerusalemme (1997), la storica
inaugurazione a Mosca, accanto al presidente Boris Eltsin, della ricostituita cattedrale
di Cristo Salvatore (19 agosto 2000), l’udienza all’arcivescovo Jean-Louis Tauran,
allora segretario per i Rapporti con gli Stati. Tra gli invitati all’inaugurazione
della mostra, accolti dall’igumeno Filippo, parroco di Santa Caterina, i diplomatici
accreditati presso la Santa Sede, fra i quali gli ambasciatori della Federazione
Russa, Gran Bretagna e Canada; un rappresentante della Comunità di Sant’Egidio, altre
personalità italiane e giornalisti. (A cura di Graziano Motta)